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Nessun accordo

Crisi giunta, la situazione non si sblocca: altro rinvio in consiglio provinciale

Né Fugatti né FdI tornano sui loro passi, ancora nessun nome dalla maggioranza per la presidenza dell'emiciclo

Non si sblocca la situazione sul versante della giunta e sulla nomina del prossimo presidente del consiglio provinciale. Anche la seconda seduta del nuovo emiciclo, dopo le elezioni dello scorso 22 ottobre, si è infatti conclusa senza che la maggioranza di centrodestra proponesse un candidato per la presidenza dell’organo. Questo perché la situazione all’interno della coalizione resta tesa dopo lo strappo di Fratelli d’Italia.

FdI non fa sconti 

Dopo la nomina degli assessori e delle rispettive responsabilità da parte del confermato presidente Fugatti, FdI, pur senza far dimettere i suoi eletti, ha protestato disertando le prime sedute e di fatto bloccando qualsiasi trattativa all’interno dell’alleanza con le altre forze di centrodestra sul nome da proporre per la presidenza del consiglio provinciale. In realtà l’elezione di qualche giorno fa di Roberto Paccher come presidente del consiglio regionale sembrava preludio di qualche crepa all’interno dello schieramento (il leghista è stato votato dagli eletti di FdI Cia, Daldoss, Girardi e Biada, ma non da Gerosa, la candidata per cui era stata richiesta la vicepresidenza della provincia), o quantomeno della possibilità di ricucire i rapporti con gli alleati. Tuttavia, l’ultimo comunicato congiunto dei consiglieri eletti del partito sembra respingere entrambi gli scenari: “Sarà presto risolta la crisi nella fase di costituzione del governo provinciale di Trento – si legge -, con il riconoscimento a Fratelli d’Italia del ruolo che spetta al partito che ha permesso di conquistare il premio di maggioranza e che ha ottenuto, a pari merito con il partito del presidente Fugatti, la leadership della coalizione”. Il voto in consiglio regionale sarebbe “solo” un segnale per rafforzare la posizione del partito della premier Giorgia Meloni: “Lo stallo nelle trattative non è riconducibile al nostro partito - dichiarano i consiglieri di FdI - che anzi, esponendosi con il voto in Consiglio Regionale, ha fortemente ribadito la propria disponibilità al dialogo, anche a rischio di incomprensioni interne che riteniamo oggi superate”. Nessuno sconto quindi sulle richieste avanzate a Fugatti: la vicepresidenza a Gerosa (che il presidente ha attualmente affidato al suo fedelissimo Achille Spinelli) e lo stesso peso in giunta della Lega. 

Achille Spinelli, il vero vincitore delle elezioni 

Da qui, la situazione di stallo che si sta ancora prolungando con il fallimento della nuova seduta del consiglio provinciale. Non nasconde il suo disappunto per quanto accaduto l’attuale assessore alla sanità Mario Tonina, che negli scorsi giorni si era preso l’impegno a nome della maggioranza di presentarsi davanti all’emiciclo con i nomi da votare. Sempre Tonina ha comunque rinnovato la promessa in vista della terza seduta, prevista per il prossimo 7 dicembre, dichiarando inoltre che nei prossimi giorni verranno avviate anche le trattative con le opposizioni. 

Le reazioni

Opposizioni che però, nel mentre, vanno all’attacco: Francesco Valduga, il candidato presidente del centrosinistra lo scorso 22 ottobre, ha chiesto che la questione interna alla giunta venga separata da quella relativa alla nomina del presidente del consiglio provinciale e quindi non sia subordinata ai personalismi. Filippo Degasperi, il candidato di Onda, definisce l’emiciclo “ostaggio dei capricci di persone a Roma, che con il Trentino hanno poco a che fare”. Paolo Zanella, del Pd, descrive l’attuale situazione come imbarazzante, mentre Paola Demagri (Casa Autonomia) auspica che giunga presto alla fine questo “spiacevole teatrino”. 

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