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Cronaca

Gli ispettori in ospedale a Trento e la "strana" lettera. Sindacato: "grande tensione in reparto"

Una lettera che elogia e difende l'operato del reparto di ginecologia e chi lo dirige è circolata tra i professionisti, il sindacato Nursing Up garantisce sostegno e tutela, anche legale, a chi ne ha bisogno

Pressione in ospedale a Trento. A inizio luglio sono arrivati anche gli ispettori ministeriali da Roma per indagare sul caso Pedri e, proprio in questi giorni così "caldi", è arrivata la notizia che una lettera, a firma di un "gruppo" di professionisti del reparto, circola in maniera riservata tra i dipendenti. "Continua a permanere un clima intimidatorio nel reparto di ginecologia dell’Ospedale S.Chiara" scrive il coordinatore regionale del sindacato Nursing Up, Cesare Hoffer. "L’ultimo episodio, già arrivato agli onori della cronaca sul giornale Adige, è una fantomatica lettera che il personale infermieristico avrebbe dovuto sottoscrivere, in difesa di non si sa bene chi! Oggi (7 luglio ndr) invieremo specifica nota alla direzione dell’Ospedale S.Chiara di Trento, al Direttore generale Apss e all’Assessora alla salute Segnana, sollecitando queste figure istituzionalmente preposte non solo vigilare ma ad intervenire e reprimere ogni ulteriore atteggiamento vessatorio, per tutelare il benessere psicofisico delle nostre professioniste". 

Lettera ospedale Santa Chiara durante indagini

La storia della ginecologa Sara Pedri, è stata definita la "punta dell'iceberg" di una situazione ben più difficile da comprendere. Sono state decine, infatti, i professionisti che hanno deciso di cambiare luogo di lavoro in pochi anni e non è così remota la possibilità che altre persone scelgano di andarsene, lo ha confermato Hoffer: "Le persone me lo hanno già detto: in quelle condizioni non staranno lì a lavorare". 

La situazione attuale poi non è di aiuto. Gli ospedali sono stati anche i luoghi che più hanno sentito la pandemia, chiaramente. "Sono già provate da 16 mesi di pandemia ed ora stanno lavorando in un clima sempre più invivibile - prosegue Hoffer -, dovendo garantire nel contempo alla cittadinanza un’adeguata qualità assistenziale! Impegno e abnegazione non sono mai mancati, le nostre professioniste hanno sempre garantito alle utenti la massima professionalità ed un clima accogliente e positivo, che ora alla lunga ed in mancanza di adeguate prese di posizione istituzionali rischia di essere compromesso".

L'operato del reparto non è stato messo in dubbio. Seppure in quella lettera sembra si voglia tenere unite le questioni, Hoffer torna a dividerle, sottolineando che le due cose sono da tenere separate e che "il nostro è anche un lavoro relazionale, soprattutto in un reparto dove si nasce. I veri problemi sono di natura relazionale. Quella lettera voleva creare un po' di pressione sul personale". Nessuno ha mai messo in discussione la bontà del reparto ma, ripete Hoffer: "bisogna andare a capire quelli che sono i problemi lì dentro". 

Nursing Up non lascia soli i suoi iscritti e ricorda loro e a coloro che dovessero sentirne il bisogno, tutto il loro sostegno: "Arrivati a questo punto, ci riserviamo noi di adottare le azioni che riterremo più opportune, sia legali che no, a tutela dei nostri professionisti sanitari e della qualità assistenziale tuttora presente in reparto, qualora dovessero ripetersi determinate situazioni volte a compromettere il benessere psicofisico ed il rapporto fiduciario tra i vari professionisti. Siamo al fianco dei nostri associati, se nessuno li tutelerà, siamo pronti a entrare in campo noi". 

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