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Sanità trentina, Provincia e Apss nella bufera: Zanella e sindacati non mollano la presa

Le richieste di chiarezza su tutta la vicenda sono molte

Non si ferma la polemica attorno a quanto sta accadendo tra Provincia e Apss. Dal caso di Sara Pedri in poi, tanti gli aspetti rimessi in discussione da politici e sindacati. Non si discute sulla qualità del servizio, è opportuno sottolinearlo, ma di gestione e su alcuni atteggiamenti. L'ultima notizia che ha infiammato ancora di più le platee coinvolte nel dibattito, è stata quella delle dimissioni del direttore generale dell'Azienda sanitaria, Pierpaolo Benetollo.

"Si tratta sicuramente di una comunicazione tardiva - aveva commentato il presidente della Provincia autonoma Maurizio Fugatti annunciando in diretta Facebook le dimissioni del dirigente il 2 luglio -. La Giunta ha richiesto chiarezza su questa vicenda, Benetollo ha informato l'assessorato di una situazione di cui non eravamo a conoscenza" ha detto. La delibera che conferma il primario alla guida dell'Unità di Ginecologia è del 7 giugno. Sara Pedri è scomparsa il 4 marzo, il giorno dopo essersi licenziata. Non è stato digerito da molti il fatto che l'assessore alla Salute, Stefania Segnana non fosse al corrente, a quanto pare, dei rinnovi delle cariche e di tutta la vicenda della ginecologa scomparsa.

"Per giustificare che ai loro uffici è sfuggita la delibera di riconferma del direttore di Ginecologia, sia l'assessora Segnana che il dirigente generale dell'assessorato Ruscitti ci informano candidamente che loro le delibere dell'Azienda sanitaria mica le leggono - riflette il consigliere provinciale Paolo Zanella -. Certo, l'Apss è indipendente dalla politica nell'amministrare la sanità trentina. Però l'assessorato una funzione di vigilanza sulle attività sanitarie ce l'ha per legge e uno degli strumenti credo sia anche quello di leggere, non dico il contenuto di tutte, ma almeno i titoli delle delibere dell'azienda sanitaria, visto che ad essa è delegata la realizzazione di gran parte delle politiche sanitarie". 

Durissime le parole del consigliere Zanella su tutta la vicenda e su quanto dichiarato dall'assessore Sengna. "Alle parole di chi, come il professor Eccher, rivendica un certo ruolo autoritario per chi dirige un reparto - sottolinea ancora Zanella -, credo vada ricordato che in gruppi di lavoro che sempre più sono multiprofessionali, che devono collaborare e stare al passo con rapide evoluzioni scientifiche e tecnologiche servono leadership autorevoli e partecipative e non autoritarie che un direttore, così come un coordinatore di unità operativa, deve fare da coach per chi deve crescere con lui/lei. Nessuna eccellenza clinica giustifica gestioni dispotiche del potere. Per governare gruppi professionali servono anche empatia e intelligenza emotiva".

I sindacati: "Chi comanda davvero in via Degasperi?"

“Le dimissioni del direttore generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitaria, Benetollo, gettano un’ombra per certi versi inquietante sulla gestione della sanità trentina - affermano i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Che la vicenda della scomparsa della dottoressa Pedri e la situazione del reparto di ginecologia richiedano chiarezza e quindi misure drastiche per ripristinare condizioni di lavoro minimamente accettabili, è palese ormai da settimane. Dubitiamo però che la soluzione sia semplicemente l’allontanamento del direttore generale e se questo pensasse la Giunta, ci permettiamo di dire che si tratterebbe di un grave errore di giudizio. Tra l’altro non si capisce perché dall’assessorato la conferma del direttore dell’Unità operativa ostetricia e ginecologia dell’ospedale Santa Chiara non sia stata preventivamente bloccata anche in considerazione del fatto che, su quel reparto, le nubi del dubbio si sono addensate ben prima di giugno, da mesi, ossia dalla scomparsa della dottoressa Pedri. Non è poi per niente chiaro se le dimissioni di Bentollo ora fanno decadere tutti i primari confermati a giugno, solo alcuni o addirittura nessuno di questi".

La richiesta di chiarezza anche da parte dei sindacati: "Per quanto riguarda la triste vicenda della dottoressa Pedri, ormai dobbiamo confidare che gli ispettori ministeriali facciano finalmente chiarezza rispetto alle condizioni di lavoro al Santa Chiara e contribuiscano a fare piena luce sulla scomparsa della giovane ginecologa. Auspichiamo che l’allontanamento del dottor Benetollo non sia frutto di logiche da “scarica barile” o peggio che risulti essere un espediente per spegnere sul nascere dissidi tra Provincia e Azienda riguardanti anche altre questioni di politica sanitaria, visto che ancora non si è capito bene chi comandi in via Degasperi".

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