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Caso Pedri e dimissioni Benetollo: Pd e opposizioni chiedono convocazione urgente del Consiglio provinciale

Forte la preoccupazione dei consiglieri per "la complessità dei problemi attuali della sanità locale"

Tante le questioni da affrontare e comprendere sul tema che avvolge la gestione della sanità trentina e che ora Pd e opposizioni chiedono di portare in Consiglio provinciale, con una convocazione urgente. "Le inattese e, per alcuni versi, incomprensibili dimissioni del dottor Benetollo dalla direzione sanitaria dell'Azienda Provinciale dei Servizi Sanitari aggravano anzitutto la già complessa realtà organizzativa del nostro sistema sanitario, in un momento di estrema delicatezza per la pandemia ancora in atto e per le molte partite aperte circa le carenze di medici e di programmazione del settore" scrivono i consiglieri del Partito Democratico del Trentino

Forte la preoccupazione dei consiglieri per "la complessità dei problemi attuali della sanità locale: dall’emergenza per il Covid, alla mancata riforma del “welfare anziani”; dalla perdita, per più motivi, di molti professionisti che garantivano la qualità del sistema trentino, alla provvisorietà dei vertici dell’Apss. Al contempo, non sfugge la precarietà dell’organizzazione sanitaria, lasciata priva, sostanzialmente, della necessaria programmazione ed affidata invece alla “politica del rattoppo”, dove tutto viene posposto, rimandato ed accantonato, quasi in attesa di soluzioni miracolistiche. Nel frattempo, mancano primari e si ritiene un'innovazione il ritorno alla vecchia logica del distretto sanitario".

Le dimissioni del dottor Benetollo

Freschissima la notizia sulle dimissioni del direttore generale dell'Azienda sanitaria Pierpaolo Benetollo che si sarebbe dimesso in seguito al caso di Sara Pedri, la giovane dottoressa scomparsa in circostanze drammatiche e tutt'ora poco chiare. Una scomparsa che ha sollevato il velo su una presunta situazione di mobbing all'interno del reparto di Ginecologia ed Ostetricia dell'ospedale S. Chiara. Proprio nei giorni in cui si cercava la ragazza scomparsa il primario del reparto si preparava alla conferma del suo ruolo, arrivata in via ufficiale tre mesi dopo. Una decisione che, ora che il caso è arrivato alle cronache nazionali ed all'attenzione del Ministero, appare più che mai fuori luogo. 

I consiglieri del Pd sottolineano che Benetollo sarebbe "reo, a quanto pare, di non aver chiesto il permesso alla Giunta provinciale prima di procedere alla riconferma di alcuni primariati, ivi compreso quello del reparto di ostetricia e ginecologia, sulla cui ingarbugliata situazione si stanno appuntando anche le attenzioni dell’ispezione voluta dal Ministero competente - sottolineano i consilgieri -. E’ evidente che se questo fosse il motivo delle dimissioni del dottor Benetollo, si tratterebbe di una questione oltremodo grave, perché se il compito della politica è quello di programmare nel migliore dei modi, spetta esclusivamente all’ Apss la selezione, la nomina e la conferma dei primari. Una ingerenza politica su tali scelte si configurerebbe quindi come un atto improprio sia politicamente, sia giuridicamente".

Dopo Bordon via anche Benetollo

"Premesso che la scelta dei primari e la gestione delle loro carriere spetta all'Azienda sanitaria e al direttore generale della stessa, una cosa mi ha colpito - afferma il consigliere Ugo Rossi -. Il presidente Fugatti ha dichiarato che solo il 1° luglio è stato informato di una delibera adottata dal direttore Benetollo con cui venivano confermati alcuni primari, fra cui quello di ginecologia di Trento. Un'affermazione sorprendente atteso che non si tratta certo di una delibera di routine fra le tante. Oltretutto non una sola delibera ma una serie di delibere, una per ogni primario confermato. Il fatto poi che sia stata assunta il 7 di giugno e che in tutto questo tempo nessuno negli uffici dell'Assessorato si sia "imbattuto" in una delibera di tale importanza normalmente e regolarmente pubblicata sul sito dell'Azienda sanitaria è non solo altrettanto sorprendente ma anche sconcertante perché significherebbe che in Assessorato non sia abitudine consultare la sezione delibere del sito dell'azienda. Sorpresa e sconcerto a parte una domanda però sorge spontanea: ma azienda sanitaria e assessorato non si parlano? Servono spiegazioni e anche urgenti".

Zanella chiede le dimissioni di Segnana

Il consigliere Paolo Zanella di Futura 2018 ha chiesto le dimissioni dell'assessore Stefania Segnana. Una richiesta, spiega Zanella "che non legherei solo al caso Pedri, che è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Qua non c'è stata neanche la capacità, nel momento in cui emergeva una questione drammatica, perché le testimonianze le abbiamo sentite tutte, di mettere in piedi una commissione esterna". Il ministro della Salute Roberto Speranza, come richiesto anche dalle ex colleghe della dottoressa Pedri, manderà gli ispettori a Trento per vederci chiaro in tutta la situazione. 

"Non ho mai sentito prendere una posizione chiara da parte dell'assessorato sulla gravità della situazione che si presentava in quel reparto - afferma ancora Zanella -. Dopo, insomma, abbiamo visto come è stata gestita la situazione Covid e che l'azienda naviga senza un "capitano"; non perché si è dimesso il dottor Benetollo, ma perché mancano tante figure apicali che non sono state ricoperte o sono state ricoperte a scavalco, c'è malessere interno del personale stremato e che si fa fatica a rimpinguare. C'è un progetto di riforma di riorganizzazione dell'Azienda dove il tema cruciale è lo skipass per i medici per diventare attrattiva, stiamo parlando di questo". 

La richiesta urgente di riunire il Consiglio

Per tutte queste motivazioni, e anche per tutto il rumore mediatico che continua ad alzarsi giorno dopo giorno attorno all'Apss, il Gruppo del Pd ha coinvolto nella riflessione tutte le Opposizioni e, insieme, hanno chiesto con urgenza la convocazione straordinaria del Consiglio provinciale "ai sensi dell’ art. 63 del Regolamento interno, per chiedere alla Giunta di chiarire quanto sta accadendo e di precisare quali azioni la stessa intenda intraprendere per porre rimedio al precipitare della situazione in atto".

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