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Contesta la sicurezza del concerto di Vasco e viene spostato d'ufficio

Dopo 20 anni, da oggi Marzio Maccani non è più il dirigente del Servizio di polizia amministrativa: "La mia rimozione è un avviso per tutti"

Da oggi, lunedì 6 giugno, Marzio Maccani non è più il dirigente del servizio di polizia amministrativa della Provincia autonoma di Trento (Pat). Dopo avergli tolto la competenza sulla sicurezza del mega concerto di Vasco Rossi dello scorso 20 maggio, alla fine è stato rimosso del tutto dal servizio di cui è stato dirigente per 20 anni. Così, a 61 anni d'età, dopo 35 a servizio della Pat e qualcosa come 50mila autorizzazioni rilasciate in materia di sicurezza (dalle sagre di paese alle discoteche, fino allo stadio Briamasco di Trento), cambierà lavoro, ma ancora non sa cosa andrà a fare. "Stamattina nel nuovo ufficio - ci fa sapere - non avevo nemmeno un computer".

Marzio Maccani (Facebook)-2

La chiamata con cui è stato rimosso dal suo incarico è arrivata mercoledì primo giugno da parte del suo dirigente generale, Sergio Bettoti. Lo stesso a cui lo scorso 14 aprile con una delibera ad hoc della Giunta provinciale camuffata da provvedimento generale, è stata affidata la competenza sulla sicurezza del mega evento (nonostante non avesse mai rilasciato una licenza di polizia amministrativa). Nessuna motivazione è stata fornita a Maccani, né tanto meno ha potuto ad oggi visionare il provvedimento che pare essere stato secretato e per cui il Pd trentino ha già annunciato una richiesta di accesso agli atti.

Nel frattempo il suo incarico è stato temporaneamente affidato a Franco Sponga, un funzionario a indirizzo amministrativo/organizzativo (categoria D, livello base), che prima stava all’ufficio di supporto per l’attività amministrativa e sviluppo dei Comuni confinanti. 

Mesi di pressioni e intimidazioni

Il calvario di Maccani è cominciato lo scorso 27 luglio quando, dopo l'approvazione da parte della Giunta di uno schema di convenzione per inaugurare la Trentino music arena, l'ex dirigente del servizio di polizia amministrativa scrive a Bettotti che il concerto “inspiegabilmente, non è stato, in alcun modo e in alcuna forma, oggetto della preventiva necessaria e obbligatoria valutazione da parte della Commissione provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo (sia con riferimento al luogo, dato già per approvato, sia con riferimento ai numeri folli di cui stanno parlando i giornali). Pertanto - conclude Maccani - si suggerisce di non firmare contratti prima di tale formale valutazione”.

Una richiesta caduta nel nulla: il 23 agosto il dirigente generale della Pat Paolo Nicoletti firma la convenzione con le società di Vasco Rossi Big Bang srl e Giamaica srl. Comincia così la corsa a realizzare a tutti i costi un concerto da 120mila spettatori in un'area - quella di San Vincenzo a sud di Trento - dove mancano adeguate via di fuga. Numeri folli, come affermato da Maccani, e come, a evento concluso, riconosciuto da tutti.

Per silenziare Maccani - che, si badi, non chiedeva di annullare il concerto, bensì di ridurre la capienza a 75mila spettatori quando oggi per il futuro della Trentino music arena si parla di eventi da 30-40mila persone al massimo - si è ricorsi prima alle pressioni, poi alle intimidazioni a partire dallo scorso 27 ottobre. Si è addirittura arrivati a cercare di impedire l'accesso agli atti al consigliere provinciale dem Luca Zeni.

Poi, quando tutto sembrava finito, il primo giugno è arrivato l'affondo finale. Che ne sarà del futuro di Maccani ancora non si sa, ciò che è certo - afferma lui oggi - è che "quanto successo è un avviso per tutti coloro che potrebbero opporsi a questo sistema: chi comanda può minacciare e intimidire e rimanere comunque impunito". L'unica certezza è che - ironia della sorte - da oggi Maccani lavorerà in via Giusti.

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