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Il messaggio / Lavarone

Martalar torna sul Drago Vaia: "I draghi non si uccidono col fuoco"

Le parole dell'autore della scultura distrutta in un incendio

"Lo rifai vero? Questa è la domanda che tutti ma proprio tutti mi fanno. Io rispondo: i draghi non si uccidono col fuoco". È quanto scrive sui suoi canali social Marco Martalar, l'artista autore delle diverse sculture animali in legno fatte con i resti degli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia del 2018 in Triveneto. Il riferimento è a quanto successo lo scorso 22 agosto a Lavarone, dove una delle sue sculture più apprezzate, il Drago, è stata distrutta in un incendio doloso.  

Parole che sembrano confermare l'ipotesi secondo la quale nei prossimi mesi una nuova opera di Martalar potrebbe "tornare" nell'Alpe Cimbra. Già a pochi giorni di distanza dall'accaduto, l'artista aveva voluto lanciare un primo messaggio realizzando con le ceneri dell'incendio la scultura di un uovo; un altro "indizio", inoltre, sarebbe il gran successo della campagna fondi lanciata dal sindaco di Lavarone Isacco Corradi (quasi 50mila euro donati) per far rinascere il Drago, la cui distruzione aveva suscitato rabbia anche dal mondo della politica

Il dolore del sindaco: "Perso un simbolo"

In questi mesi, comunque, l'attività di Martalar non si è fermata nemmeno dopo il drammatico rogo. Negli ultimi mesi del 2023, infatti, sono stati inaugurati prima il Grifone Vaia a Castello Tesino, poi il maestoso Haflinger a Strembo. 

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