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Cronaca

Caso Pedri, finito il lavoro della commissione interna. Hoffer: "perché non sono stati sentiti i professionisti del reparto?"

Iniziano a chiudersi le fila di tutte le indagini interne ed esterne intorno al reparto di ginecologia e ostetricia del Santa Chiara. Gli ispettori ministeriali sono tornati a Roma, la commissione interna ha concluso il suo lavoro, la Procura ha acquisito nuovi elementi

La visita nel reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale di Trento da parte degli ispettori ministeriali si è conclusa, erano stati mandati dal ministro della Salute Roberto Speranza per far luce su quanto emerso dopo la scomparsa della giovane ginecologa, Sara Pedri; la Procura continua a indagare e ora ha anche potrà visionare i contenuti del cellullare della giovane ginecologa. Sempre di più i dettagli che emergono intorno a questo reparto, insieme alle inaspettate dimissioni del dirigente Pierpaolo Benetollo e la lettera circolata in maniera riservata proprio nei giorni in cui gli ispettori ministeriali sono arrivati al Santa Chiara. Ora sono attese le audizioni dell'Ordine dei medici di Trento, previste alla fine di luglio, oltre ai risultati della commissione interna costituita dall'Azienda sanitaria per chiarire le dinamiche interne al reparto.

La commissione interna ha terminato il suo lavoro

Su quest'ultima, sulla commissione interna, si è concentrato il coordinatore trentino del sindacato Nursing up, Cesare Hoffer, con l'ultima nota divulgata in merito alla questione: "Tutti i professionisti sanitari ed i dipendenti dei reparti coinvolti, ma anche tutti dipendenti dell’Apss trentina, si aspettano che la commissione interna operi ispirata dai principi di giustizia, equità, trasparenza ed imparzialità, lo dobbiamo alla dottoressa Sara Pedri". Un atto dovuto, sottolinea Hoffer, nei confronti di professioniste infermiere ed ostetriche che lavorano in un "clima di tensione crescente, che si dimostra di giorno in giorno sempre più insostenibile".

La commissione dovrebbe aver terminato i suoi lavori all'interno del reparto già il 9 luglio e su questo Hoffer chiede: "come mai le infermiere del reparto di ginecologia non sono state chiamate in audizione dalla commissione interna dell'Apss, nonostante avessero formalmente presentato la richiesta? Noi crediamo che per una ricostruzione puntuale, completa e precisa dei fatti, nel rispetto di un principio di par-condicio rispetto ad altre professionalità presenti in reparto e Immediatamente convocate, tutti gli operatori coinvolti debbano essere sentiti, motivo in più quelli che ne hanno fatto espressa richiesta".

I lavori della commissione interna dovrebbero rappresentare, secondo il sindacato, un’occasione per "rinsaldare e ricucire il rapporto fiduciario" tra operatori e vertici aziendali. Evitare questo confronto, lasciando da parte un gruppo di professionisti che avrebbero addirittura manifestato la volontà di essere ascoltati "getta sull’azienda sanitaria trentina un’ombra di parzialità che appare difficilmente giustificabile" conclude Hoffer.

La lettera che chiama consenso

Una lettera per la "chiamata a raccolta", così è stato definito quel documento circolato in ospedale a Trento, a inizio luglio, nei giorni in cui gli ispettori ministeriali si sono presentati per fare chiarezza su quanto sta accadendo all'interno della struttura. Una lettera resa pubblica anche da Chi L'ha Visto? durante la puntata di mercoledì 7 luglio, ma che già circolava nelle ore precedenti tra le varie redazioni trentine. Quel pezzo di carta ha creato parecchio malcontento tra sindacati e politici.

Degasperi: "un tentativo di intimidazione? Documento inopportuno"

Durissimo e diretto il consigliere provinciale Filippo Degasperi che tra le premesse di un'interrogazione depositata in Consiglio dopo aver appreso la notizia scrive: "Ogni giorno che passa la gestione della Sanità anziché fugare dubbi e sciogliere i nodi fa l’esatto contrario. Nel pieno della bufera, tra dimissioni millantate o imposte del direttore generale e vicende dell’Unità Operativa di Ginecologia e Ostetricia del Santa Chiara, a riscaldare ancora gli animi arriva una lettera con cui “un gruppo di professionisti del reparto” (non meglio identificati medici, infermiere, ostetriche, oss e segretarie) accusa tutti di “prendere a pretesto la triste vicenda di Sara per rivalse personali o politiche”. Più sopra una difesa sperticata della gestione del reparto, “fiore all’occhiello per la Sanità trentina” grazie all’attuale direttore a cui vanno “stima e supporto”. A prescindere dalle letture individuali, si tratta di un documento talmente inopportuno da far dubitare della sua autenticità. Se veramente fosse circolato con la richiesta di sottoscrizione potrebbe apparire uno strumento per redigere liste di proscrizione dividendo tra buoni (i firmatari) dai cattivi (tutti gli altri). Farebbe altresì dedurre che in Apss la regia della vicenda è nelle mani del caso anche perché al reparto avrebbe facilmente potuto essere evitata la gogna mediatica se si fosse risposto agli atti ispettivi depositati da diversi consiglieri provinciali fin dal 2013". 

E con queste premesse, Degasperi, interroga il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, per conoscere se: "la lettera è stata effettivamente fatta circolare tra i lavoratori dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia del Santa Chiara ed eventualmente da chi; se l’iniziativa sia nota alla Provincia, condivisa e concordata tra proponenti e Apss; se non si ritiene che una simile iniziativa, avviata in questo particolare momento, possa apparire inopportuna e soprattutto intimidatoria nei confronti di chi coraggiosamente ha cercato nel tempo di segnalare le condizioni del reparto; 4. se iniziative similari legate all’operatività del reparto sono state già adottate in precedenza ed eventualmente da chi". 

Benetollo: si è dimesso o no? 

"La telenovela continua - scrive il consigliere provinciale Ugo Rossi -. E la credibilità? Ma vi sembra normale che dopo una settimana ancora non si sappia se l'azienda sanitaria abbia o no un direttore generale? Prima annunciano la sua "intenzione" di dimettersi, il giorno dopo gli confermano la fiducia ma dicono che il giorno dopo ancora si sarebbero parlati. Il direttore non comunica e parlano solo il presidente e l'assessora. L'incontro non si tiene e slitta in avanti. Ieri (giovedì 8 luglio ndr) pare che presidente e direttore si siano finalmente parlati ma pare che non sia cambiato nulla: il direttore non comunica e il presidente conferma l'intenzione del direttore di dimettersi ma contemporaneamente dice che è in carica e che decideranno il da farsi. Non mi sono mai piaciute le dietrologie e non ne voglio fare nemmeno questa volta. Chiaro che qualcosa di non detto c'è. Solo mi chiedo, ma la credibilità è ancora un dovere per chi guida le istituzioni?". Ad oggi, sabato 10 luglio, pare proprio che Benetollo abbia invece confermato le sue dimissioni ai dipendenti. 

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