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No all'abbattimento degli orsi "problematici": accolto il ricorso delle associazioni animaliste

La decisione del Tar di Trento annulla la delibera della giunta provinciale

Stop all'abbattimento automatico degli orsi definiti "problematici", cioè che entrano in contatto con l'uomo. Lo ha stabilito il Tribunale amministrativo regionale di Trento, con una sentenza pubblicata mercoledì 29 settembre che dunque accoglie il ricorso presentato dalle associazioni animaliste. "Le linee guida della Pat sono uno strumento di morte" avevano detto Enpa, Lac, Lav, Lndc, Oipa e Wwf al momento del ricorso.

Nelle linee guida adottate dalla giunta in una delibera dello scorso giugno, era previsto l'abbattimento dell'animale in caso di comportamento aggressivo. Ora i giudici del Tar sottolineano che nei casi accertati di aggressioni con contatto fisico con l'uomo da parte dei plantigradi va seguito l'iter previsto dal piano d'azione Pacobace, con gradualità d'intervento prima di arrivare, come estremo rimedio, all'eventuale abbattimento, sempre con l'autorizzazione dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Nella delibera precedente invece, veniva specificato che l'Istituto avrebbe dato il suo parere "fatto salvo i casi per i quali vi sia l’urgenza di intervenire rapidamente per garantire la pubblica sicurezza, competenza che sarà in capo al presidente della Provincia autonoma di Trento".

Una prima protesta delle associazioni animaliste era montata proprio sulla posizione dell'Ispra, che secondo la giunta aveva dato parere "sostanzialmente positivo" al testo. Poi, la presentazione del ricorso, e la sentenza del Tar arrivata mercoledì: "Questa storica pronuncia del Tar di Trento, coerente con i principi di gradualità e proporzionalità delle misure adottabili in presenza di comportamenti a rischio degli orsi selvatici, apre la strada ad una riconsiderazione delle politiche di 'rimozione pregiudiziale' sino ad ora portate avanti dalla Giunta provinciale trentina" dice Dante Caserta, vicepresidente di Wwf Italia.

"La sentenza del Tar di Trento segna un primo punto estremamente importante in tema di conservazione dell’orso - continua Caserta -, su cui non possono esser fatti passi indietro. Come Wwf in questi anni abbiamo cercato sempre il dialogo con tutte le amministrazioni che hanno nei loro territori orsi o lupi, lavorando sulla prevenzione e sulle condizioni per assicurare una pacifica convivenza sulla base delle positive esperienze che si conducono ormai da decenni. Auspichiamo che la decisione del Tar apra la strada ad un più proficuo confronto anche con la Provincia di Trento".

Soddisfazione anche da un'altra delle associazioni promotrici del ricorso, Leal: "La sentenza di oggi è di grande soddisfazione per noi. Una sentenza in cui si ribadisce che la Provincia di Trento non può agire senza freni nella gestione degli orsi. Ci auguriamo che si tratti solo dell'inizio di una maggiore sensibilità verso gli orsi la cui unica colpa, è quella di non essere accettati sul territorio. Abbiamo anche a cuore la sorte di M49 e M57 che ancora sono reclusi al Casteller e che sono stati recentemente castrati, non è ancora chiaro se chimicamente o chirurgicamente, compromettendo in questo modo la loro condizione di animali selvatici".

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