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Caso Grisenti: "l'ex assessore ottenne il rimborso sotto il pretesto che le spese fossero di rappresentanza"

Sono state depositate dalla Corte di Cassazione le motivazioni della sentenza del processo che ha visto imputato Silvano Grisenti. L'ex assessore era stato condannato a 1 anno e 6 mesi per corruzione, concussione e truffa

Sono state depositate dalla Corte di Cassazione le motivazioni della sentenza del processo che ha visto imputato Silvano Grisenti. In Corte d'Appello l'ex assessore e presidente dell'A22, era stato condannato a 1 anno e 6 mesi per corruzione, concussione e truffa aggravata nell'ambito del presunto giro di appalti pilotati. La Cassazione aveva ribaltato la sentenza, confermando solo l'imputazione per truffa, per tre pranzi con gli allora colleghi di partito, la Margherita, pagati con la carta di credito della società di via Berlino.

Nelle motivazioni si legge che Grisenti ottenne il rimborso di spese conviviali sotto il pretesto che fossero inquadrabili in spese di rappresentanza. Rinviata alla Corte d'Appello di Bolzano una nuova valutazione in merito alle accuse di corruzione e di concussione, ma la Cassazione ha giudicato lacunose le motivazioni della sentenza della Corte d'Appello tanto da ridurre di molto la condanna, escludendo l'interdizione dai pubblici uffici. Motivazioni accolte con soddisfazione da Grisenti, che nel frattempo ha dato vita al movimento politico Progetto Trentino. Sul sito di Pt, Grisenti scrive: "Una sentenza che apre la strada a una decisione favorevole della corte d'appello di Bolzano". L'appuntamento in tribunale a Bolzano sarà comunque il prossimo anno, dopo le elezioni provinciali di ottobre dove Grisenti ora è pronto a scendere con un ruolo di primo piano. 

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