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Lunedì, 29 Aprile 2024
Tutti contro tutti

Scontro totale in Fratelli d'Italia dopo l'uscita di Cia: Ambrosi attacca Urzì (che risponde)

La deputata definisce quella del commissario una gestione da horror. La replica: "Si colloca fuori dalla linea del partito, irresponsabile"

La nomina di Francesca Gerosa a vicepresidente della provincia con un "maxi-assessorato" e la conseguente esclusione di Claudio Cia dalla giunta provinciale hanno scatenato un vero e proprio terremoto all'interno di Fratelli d'Italia. Il consigliere nelle ultime ore ha reso nota la sua intenzione di autoescludersi dal partito e di passare al gruppo misto fino a quando, in Trentino, il commissario dello schieramento sarà Alessandro Urzì, "reo" di averlo sacrificato per sbloccare lo stallo con Fugatti. Lo stesso Urzì aveva replicato invitando Cia a "chiarire la propria posizione, che continua a creare imbarazzo al partito" e descrivendo i suoi atteggiamenti come "violazioni del nostro codice etico".

Cia: "Finche c'è Urzì mi autosospendo"

Ma l'ex assessore non è rimasto solo a lungo: poco dopo le dichiarazioni di Urzì, sulla vicenda è intervenuta con decisione la deputata trentina di FdI Alessia Ambrosi, già in passato molto critica con il commissario, prendendo le difese di Cia: "Rivolgo per il supremo bene dell’unità del partito anzitutto un accorato appello a Cia affinché cambi idea e resti in Fratelli d'Italia - scrive  in una lunga nota -. Mi rendo conto della situazione anche psicologica che vive, conosco la sua serietà, la sua abnegazione, e non dimentico che è stato proprio grazie a lui che il simbolo di Fratelli d'Italia è approdato in consiglio provinciale a Trento".

Poi, l'affondo nei confronti del commissario: "Dopo il bellissimo trionfo che aveva portato alle elezioni politiche solo un anno fa Fratelli d'Italia al 25 per cento e a essere primo partito in Trentino, tutti eravamo felici - prosegue Ambrosi -. Ma la gestione successiva da parte del commissario Alessandro Urzi si è rivelata un film dell’orrore. Mentre in tutta Italia Fdi vince e convince forte delle nostre formidabili buone ragioni, Urzì alle provinciali trentine, unico esempio negativo in tutta la nazione, ci ha portati a perdere oltre la metà dei voti rispetto alle politiche. Una battuta d’arresto così grave da farci nuovamente tornare sotto la Lega, una cocente umiliazione per la nostra comunità". E ancora: "Cia ha moltissime ragioni per essere deluso, è stato trattato dal commissario Urzì in maniera sia politicamente sia umanamente ignobile, senza riguardo alcuno, con modalità politicamente intimidatorie, come testimonia nei giorni scorsi la sua vergognosa espulsione dalla chat dei consiglieri - conclude la deputata, aggiungendo un appello -. Tra la base il malcontento è fortissimo, molti sono tentati di strappare la tessera e andare via. Invito tutti invece a rimanere nel partito e a credere fino in fondo nella possibilità di un reale cambiamento. Chi deve andare politicamente via dal Trentino è il commissario Urzi, il prima possibile. Se è riuscito  a combinare tutto questo disastro in un anno, figuriamoci in due". 

La reazione 

Anche in questo caso, la replica di Urzì non si è fatta attendere: "In relazione alle gravissime dichiarazioni dell’On. Ambrosi si precisa, cosa non nota probabilmente a lei e a chi in queste settimane ha assunto una posizione di aperto contrasto con FdI, che il commissario ha interpretato sempre e solo in questi mesi la linea ufficiale del partito, concordata passo per passo con i vertici del partito stesso - spiega il commissario -. Di conseguenza, si prende atto che l’On. Ambrosi si stia collocando fuori dalla linea ufficiale del partito con un'arroganza che rasenta l’irresponsabilità e che sarà valutata nelle sedi interne al partito, a livello nazionale e locale". Sotto accusa anche la poca partecipazione della deputata alla campagna elettorale in provincia: "Si precisa inoltre - termina Urzì - che per l’intera campagna elettorale la signora Ambrosi non ha mai partecipato, se non in una occasione, agli incontri organizzativi e si è resa latitante in occasione di tutte le visite di Ministri e sottosegretari esclusa una". 
 

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