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La protesta

In centinaia per la manifestazione al Casteller: "Fugatti dimettiti"

Sotto il controllo di un servizio d'ordine di polizia e guardia di finanza, si sono radunati i manifestanti della campagna "Stopcasteller"

Manifestanti da tutta Italia sono arrivati a Trento e, dalle 14 di domenica, si sono mossi in un corteo di protesta, dirigendosi verso la sede del rifugio faunistico Casteller. È lì che si trova rinchiusa l’orsa Jj4, catturata lo scorso 18 aprile perché responsabile della morte di Andrea Papi, il runner ucciso proprio dall’animale lo scorso 5 aprile 2023. Così, sotto gli occhi vigili del servizio d’ordine di polizia e guardia di finanza, si sono radunati dai trecento ai cinquecento manifestanti per dare corpo alla campagna "Stopcasteller" e chiedendo a gran voce le dimissioni del presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti.

Il corteo ha visto sfilare tutti gli animalisti al grido "Viva gli orsi"; "Orsi liberi". Alla testa del corteo uno striscione con scritto "Antispecismo e antifasismo". Non sono mancati anche cori contro la Lega di Matteo Salvini, partito di riferimento del presidente Maurizio Fugatti, che ha firmato le due delibere per l'abbattimento degli orsi. Gli animalisti sono infatti convinti che quel posto sia un lagher per gli orsi, che non solo vivono in una sorta di cattività ma vengono anche trattati non adeguatamente. Più moderata la posizione della deputata e presidente della commissione interparlamentare a difesa degli animali Michela Vittoria Brambilla, che giorni fa è stata in visita al Casteller e ha parlato di una "prigione" per gli orsi questo sì "ma non è un lagher".

La protesta degli animalisti per la libertà degli orsi

Dopo la marcia verso il Casteller, i manifestanti si sono radunati davanti al cancello della riserva faunistica e hanno espresso le loro posizioni. Nella zona, presidiata dai poliziotti anche in assetto di ordine pubblico, non si sono riscontrate al momento tensioni. "Quello che sta succedendo a JJ4, compresa l'idea della deportazione in massa, è la reazione assolutamente sproporzionata - commentano gli attivisti di Assemblea anti specista e Collettivo scobi - che viene promossa dai politici nei confronti degli orsi trentini. Non ha alcun senso e non è sostenuta dai dati".

"A fronte di un solo incidente mortale dall'inizio del progetto Life Ursus, nel 2022 in Italia sono morte oltre 500 persone per incidenti in montagna legati a escursionismo e alpinismo. 57 i feriti e 22 i morti a causa dell'attività venatoria nella stagione 22/23. Sempre in Italia nel 2022 sono 1500 i morti per incidenti stradali ma non ci sembra che nessuno veda un problema nell'utilizzo dell'automobile. Ogni anno ci sono anche morti "causate" da bovini in incidenti sul lavoro per chi lavora con le mandrie in allevamenti o fattorie, ma nessuno si sogna di farne un problema di sicurezza per l'incolumità umana. Perché? Perché questi animali sono utili e sfruttabili, mentre gli orsi non lo sono. Gli orsi obiettivamente non rappresentano una minaccia per la nostra civiltà e non sono certamente una calamità naturale da affidare alla protezione civile".

Protesta degli animalisti al Casteller per difendere gli orsi

"La strategia della paura è stata bensì creata e montata ad arte dai politici per servire le lobby degli allevatori che vogliono essere i veri signori e padroni dei boschi. Si vuole processare un'orsa che non ha colpe per il tragico incidente avvenuto sul monte Peller - continuano - Incidente che poteva essere evitato se ci fosse stata la volontà politica. Così come potranno essere evitati incidenti simili in futuro se sarà avviato un programma di educazione della popolazione, se ci sarà monitoraggio e se ci sarà collaborazione per la creazione di corridoi faunistici che consentano agli orsi di spostarsi su tutto l'arco alpino. La gestione del progetto Life Ursus, che dal punto di vista del ripopolamento è stato un successo, deve essere affidata a esperti sì, ma non a esperti esecutori della politica bensì a un gruppo composito di professionalità e competenze che non metta sempre al centro interessi solo umani". 

Il punto dell'Oipa

"Gli orsi devono rimanere qui: abbiamo risorse e territorio idonei a gestire questi animali. Stiamo parlando di 390.463 ettari, pari al 63% del territorio provinciale - ha detto la delegata trentina dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), Ornella Dorigatti -; se esistessero i corridoi faunistici gli orsi si potrebbero diffondere sul territorio e quindi non esisterebbero problemi di esubero come si vuole far credere. Il progetto Life Ursus prevedeva una popolazione minima di 50 orsi ma Fugatti usa questo numero come limite massimo. Forse sarebbe meglio spiegare un po’ di matematica al presidente, sui concetti di minimo e massimo. Diversi interventi di tecnici esperti dicono che sia improponibile spostare 50-70 orsi; ci chiediamo perché i trentini debbano pagare una montagna di soldi per queste scelte assurde. Perché invece non investire i soldi per colmare le gravi lacune che la politica fino a ora ha contribuito a formare?".

Le lacune di cui parla l’esponente dell’Oipa si possono ritrovare nel rapporto emesso da Ispra, nel maggio del 2021, dove si affronta anche il concetto di "orsi problematici" e la loro interazione con le attività antropiche. Secondo gli animalisti, Fugatti guarda solo una parte del rapporto dove invece si parla delle “condizioni principali per creare una corretta gestione del problema. Quali sono i problemi?

  • In Val di Sole, zone di presenza degli orsi, ci sono 409 cassonetti per il rifiuto organico; solamente 6 di questi sono anti orso. Solamente sei. In una zona dove l’orso vive.
  • Non vi è una corretta politica gestionale dei rifiuti organici, poiché non esiste informazione ai cittadini su come evitare di lasciare a disposizione rifiuti che possano attirare gli orsi nei centri limitrofi ai boschi dove il plantigrado è presente.
  • Tutta la cartellonistica e la segnaletica è carente sul territorio.

Insomma, per l'Oipa la Provincia parla di abbattimento, citando il rapporto Ispra, solo perché legge la parte che fa comodo a Fugatti, dimenticando tutta quella parte in cui si parla di prevenzione e processi di adeguamento per la convivenza fra uomini e orsi. Quali? "La predisposizione di cassonetti anti orso in misura adeguata; l’utilizzo corretto delle risorse tecnologiche a disposizione per prevenire la nascita di futuri orsi definiti problematici (per esempio cani da guardia per i pastori, tecnologia applicata per il rilievo dei plantigradi vicini alle arnie, con conseguente attivazione di rumori molesti e allarmi sonori e recinzioni anti orso adeguate. Tutte tecniche adottate in altri paesi e solo blandamente in Trentino, dove si preferisce spendere milioni di euro per ampliare le strutture di detenzione, sperperando denaro pubblico in maniera esorbitante, quando tali soldi potrebbero, invece, essere investiti per i suggerimenti dettati proprio dallo stesso rapporto Ispra" ha concluso Dorigatti.

Quando e perché gli orsi attaccano l'uomo (e cosa fare in caso di incontro ravvicinato)

Intanto Massimo Fugatti non arretra dalla sua posizione e ha ribadito: "Con questi numeri la convivenza è impossibile". Poi ha rilanciato "l'iter avviato ieri con il ministero dell’Ambiente, che, tramite i suoi canali diplomatici, cercherà spazi al di fuori del nostro paese per accogliere i numeri in eccesso, che anche il Tar ora dice essere rilevanti. Quello che potevamo fare, l'abbiamo fatto". Infatti il Tar ha sospeso anche l'ordinanza di abbattimento dell'orso Mj5 mantenendo in vigore solo la cattura, con la soddisfazione delle associazioni animaliste, in particolare la Lega antivivisezione, che aveva presentato il ricorso.

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