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Profughi ucraini, Zanella (Futura): "La Pat sostenga le famiglie che accolgono"

In Trentino sono già presenti un migliaio di profughi: il 70% è ospitato in alloggi privati

Grazie alla generosità dei trentini sono 2.344 i posti letto ad oggi disponibili per accogliere i profughi ucraini in fuga dalla guerra. Una generosità che per il consigliere provinciale di Futura Paolo Zanella andrebbe ora sostenuta dalla Provincia, soprattutto in un'ottica di medio-lungo periodo e considerando anche l'aumento del costo della vita e dell'energia. "Molte famiglie - spiega Zanella - si sono offerte con un gesto di solidarietà, ma oggi si stanno rivolgendo agli enti locali per chiedere contributi perché si rendono conto dei costi materiali".

Martedì 15 marzo il consigliere ha proposto una mozione, sottoscritta anche dalla consigliera Sara Ferrari (Pd), per impegnare la Giunta "a dare mandato a Cinformi per coordinare progetti strutturati di accoglienza diffusa nelle famiglie" e "sostenere con un contributo economico, anche in voucher per l’acquisto di beni e servizi, le famiglie che si impegnano a ospitare dei profughi per almeno tre mesi".

Ad oggi l'Unhcr parla di quasi 3 milioni di profughi ucraini, ma la cifra è destinata ad aumentare. La maggior parte si trova negli Stati confinanti, in particolare in Polonia. In Italia, in poco più di due settimane, sono arrivate quasi 35mila persone. Un flusso continuo che coinvolge anche il Trentino dove ad oggi sono ospitate un migliaio di donne e bambini, per la maggior parte (oltre il 70%) in alloggi privati.

"Senza la disponibilità delle famiglie trentine il sistema di accoglienza non avrebbe retto visto il depotenziamento che ha subito in questi anni di governo leghista", accusa Zanella. Prima dello scoppio della guerra, erano 18 i Comuni trentini coinvolti nell'accoglienza di immigrati: nel 2018 erano 72.

"Investire un po' di risorse nel sostenere l'accoglienza diffusa in famiglia e per garantire che questa a un certo punto non venga meno significa risparmiare nell'accoglienza istituzionale che ha costi necessariamente più elevati - conclude il consigliere -. E significa garantire maggiori possibilità di integrazione".

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