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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Fino a dove si spingerà Putin e perché le sanzioni non gli fanno paura

A 24 ore dall'inizio dell'invasione, Kiev è ormai accerchiata. In Trentino si parla di corridoi umanitari per aiutare i civili

Nel primo giorno dell'invasione russa, dice il presidente ucraino Zelensky in un video alla nazione, sono morti "137 eroi, non cittadini", mentre i feriti sono stati 316. La Russia ha già perso 800 uomini secondo il ministero della Difesa ucraina. Mosca ha perso anche sette aerei, sei elicotteri, 130 veicoli corazzati e 30 blindati. 

Nella capitale ucraina Kiev ci sono forti esplosioni. Ci sono volute meno di 12 ore prima che le forze russe prendessero il controllo dell'aeroporto militare di Boryspil nei pressi di Kiev. Zelensky ha detto: "Siamo stati lasciati soli a difendere il nostro Stato. Chi è pronto a combattere al nostro fianco? Non vedo nessuno. Chi è pronto a dare all'Ucraina una garanzia di adesione alla Nato? Tutti hanno paura". 

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Esplosioni a Kiev

Reparti russi sbarcati nei pressi di Mariupol stanno incontrando resistenza mentre a Odessa le forze di Mosca controllano l’aeroporto e non intendono entrare nel centro abitato, almeno per il momento. Le colonne russe penetrate nel Donbass incontrano la resistenza delle truppe ucraine schierate sulla ex linea di contatto. Le colonne provenienti da Nord est hanno superato Kharkiv e si muovono per arrivare alle spalle della linea difesa con le trincee.

Le operazioni si svolgono in quadro caratterizzato dalla sostanziale assenza della forza aerea ucraina, distrutta a terra: ha cessato di esistere come forza combattente efficace, concludono le fonti, affermando che i russi hanno il controllo totale dello spazio aereo. L’irruzione dei russi dalla Crimea ha colto di sorpresa la prima linea, che si è dissolta. In una manciata di ore i capisaldi della difesa ucraina sono stati spazzati via dalla pioggia di 300 cruise, che hanno raso al suolo 74 tra comandi, centrali di comunicazioni, aeroporti, radar, basi navali. 

Espolosioni a Kiev-2

Fino a dove si spingerà Putin

Nessuno ha capito fin dove il Cremlino vuole spingersi, ma analisti d'esperienza non hanno dubbi sul fatto che l'obiettivo primario è concludere in tempi rapidi la campagna militare. Per gli Usa il vero obiettivo è Kiev, ovvero destituire Volodymyr Zelensky e sostituirlo con un governo manovrabile a distanza dal Cremlino.

Il piano della Russia per prendere il controllo di Kiev, secondo fonti dell'intelligence di Ukrainska Pravda riportate da Kiev Independent è il seguente:

  1. Intensificare gli attacchi lungo i confini, in modo che le truppe lascino Kiev lasciandola sguarnita;
  2. Prendere il controllo di uno degli aeroporti di Kiev;
  3. Organizzare incendi e saccheggi per aumentare il panico;
  4. Lanciare un attacco informatico ai siti web del governo;
  5. Indurre il panico tra la popolazione creando “colonne incontrollate di profughi” da Kiev per bloccare le autostrade e ostacolare il movimento delle truppe ucraine;
  6. Occupare gli edifici governativi.

Obiettivo: prendere la guida dello Stato (non è chiaro come sarebbe formato un nuovo governo) e costringere l'Ucraina a firmare un accordo di pace alle condizioni russe, minacciando un alto numero di morti tra i civili. Risultato: l'Ucraina divisa in due parti, come la Germania orientale e quella occidentale.

Perché le sanzioni non fanno paura a Putin

Partono le prime sanzioni: "isolare il Paese" da un punto di vista economico, per usare l’espressione di alcuni dirigenti europei. Il primo pacchetto di sanzioni dell'Unione europea copre i settori finanziario, dell’energia e dei trasporti, i beni a doppio uso (civile e militare), così come i controlli e il finanziamento all’export, la politica dei visti, e nuove personalità di spicco legate al governo russo. Sanzioni pesanti, ma l'ipotesi di bloccare l’accesso russo al sistema di transazioni interbancarie Swift è rimasta per ora lettera morta. Il problema è che la misura penalizzerebbe gli stessi europei, in particolare quelli dipendenti dal gas russo. 

La Russia ha un debito pubblico quasi inesistente, pari al 17% del Pil. Ha 630 miliardi di dollari di riserve, di cui 150 miliardi in oro. Ogni 24 ore vende 3,5 milioni di barili di petrolio e 275 milioni di metri cubi di gas a Europa, Stati Uniti e Gran Bretagna, incassando qualcosa come 700 milioni di dollari. Al giorno. Nel nuovo millennio ha via via ridotto i suoi legami finanziari con l’Occidente, anche quelli che dipendono dal famigerato sistema Swift, rafforzando le sue difese finanziarie: mentre l’Europa pensava ad altro. I "carri armati" finanziari ed economici hanno preparato il terreno molto prima di quelli veri.

In Italia i prezzi di grano, mais e soia schizzano alle stelle

Cosa può fare il Trentino 

I primi a intervenire in Trentino sulla guerra in Ucraina sono stati i sindacati locali Cgil, Cisl e Uil e le Acli trentine che in un comunicato congiunto hanno chiesto al presidente della Giunta Maurizio Fugatti di attivare tutti i canali possibili per aprire subito corridoi umanitari con il Trentino.

L'appello per la pace di Kaswalder, Mattei e Noggler

Nella serata di giovedì 24 febbraio è arrivata una prima risposta con la firma da parte di tutte le consigliere e i consiglieri provinciali di una proposta di mozione unitaria che sarà discussa in aula martedì 8 marzo (la prossima seduta in programma). Se approvata, la proposta impegnerebbe la Giunta a: 

  • sollecitare il Governo italiano a dispiegare ogni risorsa per il superamento del conflitto armato e per la ripresa del dialogo diplomatico;
  • attivare tutti gli strumenti possibili per garantire assistenza e aiuto ai profughi ucraini costretti a fuggire davanti all’avanzata russa, anche in collaborazione con le realtà associative trentine e ucraine presenti sul nostro territorio;
  • partecipare a tutte le più vaste azioni di solidarietà nazionale e internazionale, in favore di tutte le vittime di questa incredibile violenza che lacera il cuore stesso dell’Europa.

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