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Sanità

Territorialità e digitalizzazione: ecco il nuovo sistema sanitario trentino

La proposta arriva dalle Acli, che chiedono un confronto tra popolazione e politica per il rilancio del settore

La sanità del Trentino va ripensata e riprogettata: a dirlo sono le Acli provinciali, che propongono l’apertura di un confronto per lanciare una grande riforma sanitaria all’insegna della territorialità, della prevenzione, della domiciliarità e della partecipazione.

Così Luisa Masera, segretaria provinciale Fap Acli, e il presidente della Acli trentine Luca Oliver: “Riteniamo fondamentale fare tesoro delle insufficienze emerse durante la pandemia individuando una prospettiva di riforma basata sul rilancio dei valori della prevenzione, dell’accesso pubblico alla sanità e della partecipazione dei territori e dei cittadini.  Si devono superare ritardi e lunghe liste di attesa nelle prestazioni ordinarie e ancor più in quelle dei nuovi bisogni di cura evitando quella deriva che vede una parte sempre più consistente del personale sanitario e specialistico scegliere la libera professione o privilegiare il passaggio al settore privato, depauperando sempre più il settore pubblico. Possiamo e dobbiamo farlo perché oggi, rispetto al passato, abbiamo risorse importanti messe a disposizione dall’Europa, attraverso il Pnrr, per realizzare questo profondo e innovativo cambiamento”.

Luisa Masera e Luca Oliver

Secondo le Acli trentine, il sistema sanitario che verrà dovrà mettere al centro la medicina territoriale, potenziando la domiciliarità diversificata per livelli di intervento rispetto ai percorsi di cura, e dovrà puntare su telemedicina, teleconsulto e telecontrollo a distanza di patologie croniche. 

“Una riforma così impegnativa richiede il pieno coinvolgimento dei cittadini e degli operatori sanitari e sociosanitari a tutti i livelli. Non è pensabile che la politica ritenga di poter procedere senza un adeguato confronto con la popolazione e le sue rappresentanze, pena il rischio di operare scelte non all’altezza delle necessità e del bene comune. Un confronto che fino ad oggi è purtroppo mancato e che auspichiamo venga ripreso al più presto nell’interesse del Trentino e della sua autonomia” concludono Masera e Oliver.

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