A volte ritornano: Trentino 33, progetto politico con il redivivo Raffaelli

Presentato al Grand Hotel Trento il programma di Trentino 33 il gruppo di riflessione nato da poco che ha tra i propri maggiori promotori l'ex sottosegretario Mario Raffaelli, già socialista uscito indenne dal tornado politico-giudiziario che spazzò via il suo partito, che ha dichiarato: "Alla presidenza della provincia non mi candiderò, ma se me lo chiedono sarò presidente di transizione". Il nuovo che avanza, quindi. E in platea c'erano molti politici e membri della società civile che ambiscono a diventare governatori del Trentino: l'assessore Olivi, l'ex presidente di Confindustria Vescovi, l'assessore Rossi, l'ex assessore Silvano Grisenti e anche il presidente della Trentino Volley Mosna e quello della Cooperazione Diego Schelfi, l'ex capo della Protezione civile Claudio Bortolotti. Sullo sfondo, l'ombra dellaiana. La nuova formazione dice no a Metroland e sì alla Valdastico. Vogliono riformare lo Statuto e abolire le Comunità di valle. Vogliono meno burocrazia e una revisione della sanità, che per loro in Trentino è troppo frammentata e causa l'esodo dei pazienti in altre regioni; in luogo dell'Euregio propongono una macroregione che guardi più a nordest. Il gruppo, con orientamento di centrosinistra nonostante molte idee siano lontane da quelle dell'attuale coalizione non intende costituire un partito. Dichiarano di non guardare alle elezioni d'autunno ma alla Provincia sul lungo periodo, appunto fino al 2033: è finito il quarantennio di crescita dell'autonomia, le risorse nei prossimi anni caleranno del 30%, usciamo da 15 anni di governo della provincia che non lasciano un solo erede. Grande promotore è Mario Raffaelli, ex sottosegretario e parlamentare fino al 94, che si è detto disponibile a fare il presidente di transizione.