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Tassa di soggiorno in Trentino, l'ipotesi scatena le polemiche

Criticata dagli albergatori trentini che chiedono invece una spending review del sistema della promozione, l'ipotesi di una tassa di soggiorno in Trentino è terreno di scontro anche politico. Favorevole l'IDV "se serve ad abbassare la pressione fiscale locale", contrari i Cinque Stelle

Tassa di soggiorno in Trentino per risanare la finanza provinciale. L'ipotesi non è solamente oggetto di critica da parte delle associazioni di categoria del settore turistico-alberghiero ma anche terreno di scontro tra le stesse forze politiche. Ad insorgere è il Movimento 5 Stelle che accusa il centrosinistra autonomista (la proposta è del'assessore Dallapiccola) di volere, con la tassa, "tenere in piedi quell'enorme e bulimico carrozzone burocratico e clientelare che va sotto il nome di "Trentino Sviluppo divisione Turismo e Marketing", "Apt" e "Manifestazioni turistiche e culturali", una macchina mangiasoldi che fagocita 30 milioni all'anno per la promozione turistica del Trentino". Per il M5S come per gli albergatori la soluzione è la spending review del sistema della promozione turistica. Si dichiara invece non contrario a priori l'IDV: "Ben venga la tassa di scopo se costituisce un modo per abbassare la pressione fiscale dell'addizionale Irpef; si potrebbe creare, soprattutto in quelle località ad alto impatto turistico, quel circolo “virtuoso” in grado di mettere in moto l’occupazione locale attraverso investimenti nelle opere infrastrutturali turistiche."

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