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Tagli alle indennità dei consiglieri: bocciata la proposta delle Acli

La maggioranza del Consiglio regionale ha infatti rigettato il disegno di legge proposto dalle Acli impedendone la discussione in aula, e così facendo lo cestina definitivamente

Sebbene abbia raccolto il favore di ben 10.000 cittadini che l'hanno sottoscritto, non si può certo dire che il disegno di legge proposto dalle Acli sul taglio alle indennità dei consiglieri regionali abbia riscosso lo stesso successo presso i diretti interessati. La maggioranza del Consiglio regionale ha infatti rigettato, con  8 voti a favore, 33 contrari, 14 astensioni, il disegno di legge proposto dalle Acli impedendone la discussione in aula, e così facendo lo cestina definitivamente. 

La prima reazione arriva dal consigliere Claudio Cia, di Agire: "A questa decisione io mi sono opposto ritenendola umiliante e lesiva della dignità di quanti si aspettano di essere presi in considerazione sul serio e ascoltati quando chiedono ai politici sobrietà nelle indennità, bando ai privilegi e una maggior aderenza alla realtà vissuta dalla stragrande maggioranza dei cittadini che dichiarano di rappresentare. Avevo già anticipato il mio voto favorevole all’iniziativa popolare durante la raccolta firme in sostegno al ddl. Con il rifiuto a trattare questo disegno di legge, oggi noi diamo ai cittadini uno schiaffo e un ulteriore motivo per diffidare dei politici; legittimiamo quanti pensano che la politica è l’arte di servirsi delle persone facendo loro intendere di servirle. Siamo in una tale crisi che, mentre ai cittadini si continua a chiedere ti tirare la cinghia, noi politici continuano a tirare la corda. Non si fa politica con la morale, ma non la si può fare nemmeno senza". 

Filippo Degasperi (M5S) ha evidenziato come il disegno di legge delle Acli fosse simile a quello da lui proposto ad inizio legislatura. Ha quindi ripercorso l’iter della legge sui vitalizi che ha rivisto l’attualizzazione, in particolare su quanto non ancora recuperato, parlando di cifre sbandierate che non corrispondono alla realtà e ha parlato di una legge “che fa acqua da tutte le parti”. Ha quindi detto che la volontà dei cittadini va ascoltata.

Per Alessio Manica (PD) esiste una cesura di credibilità tra chi siede nell’aula e i cittadini. In merito al disegno di legge presentato dalle Acli ha parlato di un grosso vulnus all’origine del disegno di legge: “Credo che sia ora che la comunità debba riflettere sul ruolo del Consigliere. Prima di stabilire una cifra, un disegno di legge che guarda al futuro, deve stabilire qual è la funzione del Consigliere”. Ha ricordato come i Consiglieri del Trentino-Alto Adige siano tra i più virtuosi, quanto a indennità, a fronte di maggiori competenze. Ha però parlato di un messaggio che sta dietro al ddl: “Di quel messaggio, di quella solitudine della politica, dobbiamo farci carico. Occorre un dibattito libero, dove le parti sociali si confrontino con la politica, liberandola dal ragionare su se stessa”.

Anche per Walter Kaswalder (Misto) si deve ragionare fuori dalle aule della politica: “Siamo noi a determinarci lo stipendio, siamo noi a determinarci la pensione. Credo che un organo esterno che ragioni con noi possa essere utile”. Ha quindi ricordato i dirigenti che prendono indennità più alte “con al massimo il rischio di sporcarsi la camicia con l’inchiostro della penna”. Ha quindi detto di essere stato a favore del passaggio in aula del disegno di legge, del quale però ha detto che esistono delle lacune. “La politica ha un costo, ma occorre chiarezza e trasparenza sui bilanci “. Ha quindi detto che si sarebbe potuto prendere in mano questo disegno di legge ed emendarlo, difendendo in particolare la possibilità di avere un collaboratore “altrimenti è impossibile fare politica”. Ha invitato a sedersi a un tavolo per ragionare prima della fine della legislatura, anche a fronte della necessità di rispondere ai cittadini che hanno firmato il ddl.

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