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Le reazioni / Valsugana

"Si faccia chiarezza sul caso della sposa bambina in Valsugana"

Parla il vicepresidente del Senato Centinaio

La notizia della sposa bambina, rimasta incinta ad appena 13 anni e costretta a vivere nella stessa casa del marito (di 7 anni più vecchio di lei) in Valsugana, dopo un matrimonio combinato, terminata con un patteggiamento in tribunale, è arrivata anche alle più alte sfere istituzionali.

Infatti, sulla vicenda si è espresso il vicepresidente del Senato e nome di spicco della Lega, Gian Marco Centinaio, che ha commentato così: “La notizia di questa sentenza, con una pena di soli 6 mesi per i genitori, mi lascia perplesso. La cultura di origine di una famiglia straniera che vende una ragazzina può essere un’attenuante? O invece è proprio da lì che parte il reato? Fin quando alcune comunità, anziché integrarsi, pretenderanno di far prevalere la legge morale sul diritto riconosciuto in Italia, i problemi dell’immigrazione non faranno altro che aggravarsi. Bisogna fare chiarezza su questa vicenda e ricordare senza ombra di dubbio che i matrimoni forzati, soprattutto quando coinvolgono minori, non possono ammettere alcuna giustificazione culturale”.

Sempre restando in casa Carroccio, anche le parlamentari trentine Vanessa Cattoi ed Elena Testor sono intervenute, commentando così il fatto avvenuto in Valsugana: “Una sentenza che facciamo davvero fatica a comprendere. Siamo convinte che il fenomeno delle spose bambine vada fortemente contrastato all’interno del contesto familiare. Stiamo parlando di giovani donne private dei loro diritti, date in sposa senza che abbiano la possibilità di opporsi in alcun modo. Non è tollerabile che l’attaccamento ai valori di una comunità prevalgano sulle leggi del nostro Paese”.

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