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Scuola: tagli e decreto Brunetta, la Uil lancia l'allarme

Meno finanziamenti per libri, gessi, registri e spese di manutenzione, computer, fotocopiatrici e fax. Toccate anche progettazione didattica e ampliamento dell'offerta formativa

Sono tempi di magra, per l'istruzione. E anche in Trentino, malgrado la forte autonomia, i tempi delle vacche grasse sembrano terminati. Lo ha detto in settimana l'assessore competente Marta Dalmaso, quando ha parlato di taglio di oltre il 20% sugli investimenti scolastici, come sul settore sportivo. Lo ribadisce, in una comunicazione ufficiale destinata agli istituti scolastici trentini, il dirigente Marco Tomasi, che ha in mano le redini del dipartimento dopo un'esperienza al ministero dell'Istruzione.

Nella lettera si parla di contenimento della spesa, che sarà ridotta del 20% rispetto al 2011. Ma ci sono altri punti che evocano il risparmio."La scuola - si legge - è chiamata a tener conto di un quadro economico-finanziario nazionale caratterizzato da forti elementi di criticità. (...) Pertanto, anche in considerazione del fatto che le assegnazioni si basano su parametri il cui valore può variare nel tempo, si invitano le istituzioni scolastiche a predisporre, in via cautelativa, il bilancio di previsione annuale 2012 e pluriennale considerando un'assegnazione ordinaria per il funzionamento pari all'80% di quella ricevuta nel 2011 e un'assegnazione ordinaria per gli investimenti pari al 60%. Per quanto riguarda il fondo qualità si invita a tener conto di un'assegnazione pari al 75% di quella del 2011".
 
Non è tutto. Il segretario della Uil scuola Pietro Di Fiore, infatti,denuncia che sono in atto "importanti tagli sui finanziamenti sulla assegnazione ordinaria per il funzionamento, cioè dai libri ai gessi, ai colori, ai registri, alle spese di manutenzione". Ma la forbice tagliuzza anche "l'assegnazione ordinaria per gli investimenti (dai computer alle fotocpiatrici ai fax)" e il "fondo qualità (progettazione didattica e organizzativa ad ampliamento dell'offerta formativa)". Una bella potatura.
 
Se si considera poi la possibilità - contemplata in un disegno di legge approdato in commissione pochi giorni fa - che la Provincia, con un solo piccolo articolo, applichi in toto le direttive del Decreto Brunetta, si capisce perché il sindacato sia in fibrillazione. Spiega Di Fiore: "Di fatto si vuole depotenziare il Collegio dei Docenti limitando, e di molto, l'importanza delle scelte didattiche dell'organo. Un durissimo colpo all'autonomia  pedagogica, formativa e didattica di ogni singola istituzione scolastica. Resta, tra l'altro, il paradosso che la scuola in Trentino sarebbe la prima (e forse l'unica) a sperimentare le regole "brunettiane" sulla propria pelle".
 
Di Fiore chiede perciò una cosa molto semplice: "Dove sono andati a finire i soldi? Servono forse per la trentinizzazione dell'Università? O forse invece servono a programmare interventi in materia di edilizia scolastica per le scuole paritarie-parificate?".
 
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