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Quorum Zero: bocciata a larga maggioranza la proposta dei cittadini

Al termine di oltre tre ore e mezza di dibattito, il Consiglio comunale ha bocciato la proposta di delibera popolare per abolire il quorum per i referendum comunali con 10 sì, 23 no e 8 astenuti

Al termine di oltre tre ore e mezza di dibattito, il Consiglio comunale ha bocciato la proposta di delibera popolare per abolire il quorum per i referendum comunali con 10 sì, 23 no e 8 astenuti. È la prima volta che una delibera di iniziativa popolare arriva in aula e - visto che era la prima volta - la maggioranza l'ha bocciata. Piccola consolazione per i proponenti: il Consiglio comunale ha approvato una mozione sottoscritta da Pd, Upt, Pdl, Lega Nord, Insieme per Trento e Unione di Centro per presentare entro tre mesi una modifica dello Statuto comunale che riduce il quorum al 30 per cento e, nel contempo, aumenti al 5 per cento il numero delle firme necessarie per richiedere l’indizione del referendum (oggi è il 2,3 per cento). L’ordine del giorno è stato votato con 29 sì, 3 no e 6 astenuti.

Non è stato ammesso al voto, invece, un emendamento alla mozione dei consiglieri Francesca Gerosa, Andrea Merler e Manfred de Eccher del Pdl per ridurre dal 5 al 4 per cento il numero dei firmatari. In aula il dibattito è stato molto articolato e si sono alternati numerosi interventi. Trasversale il sostegno alla mediazione raggiunta in conferenza dei capigruppo sulla mozione: sia dal Pd (Ruggero Purin e Flavio Santini), sia dall’Upt (Franco Micheli) sia dalla Lega Nord (Bruna Giuliani e Vittorio Bridi), Insieme per Trento con Giorgio Manuali e Gabriella Maffioletti è stato sostenuto a più voci che si tratta di un giusto equilibrio tra democrazia rappresentativa e democrazia diretta, un passo avanti verso la proposta avanzata dai cittadini.
 
Diversa la lettura di Verdi (Lucia Coppola), Leali (Maestranzi), così come dalla Civica per Trento con Claudio Cia, di Giovanna Giugni e di Francesco Porta, ma anche di Salvatore Aliberti (UpT) e Marco Franceschini del PD che hanno sostenuto con modalità diverse l’opportunità di sostenere la proposta di quorum zero, votando a favore della delibera. A metà strada la posizione dei firmatari dell’emendamento che hanno tentato di ridurre il numero di firme necessarie per agevolare lo strumento referendario.
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