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Conte si dimette, spera in un nuovo governo ma il piano traballa

Il premier dimissionario vuole il Conte-ter ma si fanno strada nuovi scenari. Rischia, come si dice a Roma, di "entrare Papa ed uscire cardinale"

Giuseppe Conte al Quirinale per consegnare le dimissioni nelle mani di Sergio Mattarella. Si tratta di una strategia per rendere più concreta l'ipotesi di un Conte-ter ma il piano vacilla sempre di più. Mancano i numeri, ed i nomi alternativi sono tanti. Nel frattempo il ruolo altalenante di Forza Italia è sempre meno chiaro: il partito è schiacciato tra gli indici di gradimento crescenti di Giorgia Meloni ed una possibile trattativa con Renzi. 

Da Dario Franceschini (il preferito del senatore di Scandicci) a Nicola Zingaretti, o Roberto Gualtieri dalla parte del Pd; Stefano Patuanelli o addirittura Luigi Di Maio per il M5s. Oppure la preferenza potrebbe andare a un premier "terzo" come in effetti era lo stesso Conte all'epoca del patto tra Di Maio e Salvini. In questo caso il nome che circola di più è quello di Mario Draghi.

Gli alleati hanno rassicurato il premier: dimissioni in cambio di un nuovo incarico, questo il paradossale accordo. Il problema è che adesso le dimissioni ci sono ma il nuovo incarico è sempre in pericolo. E per un motivo ben preciso: quanti tra le fila degli alleati (Pd e M5S) sarebbero pronti a cambiare idea? Dipende da chi potrebbe trasferirsi a Palazzo Chigi. 

E così, mentre Conte ragiona intorno all'ipotesi di un governo di salvezza nazionale e spera di far uscire allo scoperto 12 o 15 responsabili, i retroscena raccontano che le strade da prendere sono diverse e un altro premier è possibile. Potrebbe essere una nuova che rimetta insieme la maggioranza che reggeva Conte, Renci compreso.

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