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Politica Centro storico / Piazza Dante

Aperture nei giorni festivi, la Provincia bacchetta il Comune

Per l'assessore provinciale Olivi quella di Trento è una scelta che "preoccupa", perché segue la normativa nazionale considerata come "una invasione di campo". Ma il Comune rivendica l'autonomia decisionale

Polemica tra Provincia e Comune per la deroga alle aperture festive. Oggi l'assessore provinciale al commercio Alessandro Olivi ha detto chiaramente che la strada intrapresa da Trento sulla scorta del processo di liberalizzazione nazionale "preoccupa". "Preoccupa  per il disallineamento (dalle decisioni della Provincia, ndr) che può apparire come una rinuncia a governare in modo autonomo la materia del commercio - ha detto l'assessore - rispetto ad un preferibile confronto  con le scelte operate da altri importanti centri urbani del Trentino, nello spirito della riforma condivisa fino a questo punto da tutti gli attori del sistema commerciale locale".

Insomma a piazza Dante non è piaciuto che il Comune abbia preso questa iniziativa, che pure è già realtà nel resto d'Italia in forza della legge nazionale. Niente fughe in avanti o decisioni indipendenti è il monito rivolto alle altre amministrazioni comunali del Trentino, che non devono "scegliere ognuna un percorso individuale ma privilegiare, soprattutto in questo momento, una azione unitaria e convergente per valorizzare la nostra identità anche in  campo economico".
 
"Da tempo - continua l'assessore che ha dato il suo cognome alla legge provinciale sul commercio - siamo impegnati in un monitoraggio di quel che avviene anche in altre regioni rispetto alla fondatezza delle scelte fatte dal governo nazionale a questo riguardo. Proprio domani a Roma è convocato il tavolo di coordinamento della Commissione attività produttive della Conferenza Stato Regioni della quale anche il Trentino è ovviamente parte. Si tratta di verificare quale percorso fare, insieme alle altre regioni, riguardo a quella che è una sostanziale invasione di campo da parte dello Stato".
 
La risposta del Comune, che rivendica "l'autonomia ad esso riconosciuta dall'ordinamento", arriva a stretto giro di posta, meno di un'ora e un quarto dopo che l'ufficio stampa della Provincia ha diffuso il comunicato con le dichiarazioni critiche dell'assessore. "L'amministrazione comunale esprime stupore per le dichiarazioni rilasciate oggi dall'assessore all'industria, artigianato e commercio della Provincia autonoma di Trento, Alessandro Olivi, che esprimono tramite comunicato stampa la posizione dell'assessorato sulle aperture dei negozi e auspica che su temi così delicati e strategici il confronto avvenga in modo diretto", dice una nota di Palazzo Thun. 
 
Il Comune ricorda poi di aver comunicato la sua decisione alla Provincia lo scorso 24 maggio e che nessuna obiezione è mai arrivata. Prima di oggi. Nella stessa nota, il Comune di Trento comunicava che "qualora entro il 7 giugno non si fosse verificato il citato adeguamento (della norma provinciale a quella nazionale, ndr), si riteneva costretto a valutare tutte le ipotesi percorribili per tutelarsi, in vista dei giudizi di merito previsti per i prossimi mesi".
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