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Rese pinot: i Vignaioli ora minacciano di uscire dal Consorzio

Se i membri dell'associazione Vignaioli del Trentino dovessero dimettersi il Consorzio non avrebbe più la rappresentatività completa del panorama trentino. Il presidente Cesconi: "ci sono due modi per fare viticoltura, quello industriale e il nostro"

La decisione del CdA di Consorzio Vini di aumentare le rese del pinot grigio sta aprendo una profonda spaccatura all'interno dell'ente. l'ala dissidente è costituita dall'associazione Vignaioli del Trentino che già al momento della decisione, presa dal CdA senza consultare l'assemblea, aveva gridato alla "svendita" del prodotto motivata dalla paura della concorrenza veneta.

Ora i vignaioli minacciano di uscire dal Consorzio: "non siamo più disposti a supportare u organo nel quale non possiamo essere realmente rappresentati e che sistematicamente prende delle decisioni che sono dannose per chi come noi è impegnato in produzioni di qualità e forte riconoscibilità territoriale - spiega in una nota diffusa su facebook il presidente Lorenzo Cesconi - in Trentino ci sono due modi di fare viticoltura: la produzione industriale che cerca la competitività nell'abbassamento dei prezzi e il nostro, orientato alla valorizzazione territoriale".

"Per vendere il vino a prezzi bassi - prosegue Cesconi -  la materia prima deve costare poco ma in Trentino questo è impossibile perchè coltivare la vite nei nostri territori costa molto, noi non possiamo più avvallare la svendita del nostro territorio". In ballo c'è la rappresentatività stessa dell'ente: se i soci dei Vignaioli del Trentino dovessero dimettersi il Consorzio non sarebbe più un organo rappresentativo completo di tutto il panorama vitivinicolo trentino. 

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