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Orvea, Usb risponde a Olivi: "L'unica soluzione è il contratto di solidarietà"

La tesi del sindacato di base: l'azienda ha annunciato di non voler licenziare mentre l'assessore mette a disposizione la cassa integrazione "come se dipendesse dalla Provincia" ma l'unica soluzione per i cento esuberi di Orvea è incentivare il contratto di solidarietà

Per i circa cento lavoratori e lavoratrici di Orvea in esubero dopo l'acquisizione da parte del gruppo Poli l'unica soluzione per non fare licenziamenti, salvo per chi è prossimo alla pensione, è il contratto di solidarietà. Così la Rsu del sindacato Usb risponde all'assessore Olivi che ha annunciato la volontà di mettere a disposizione la cassa integrazione straordinaria "come se questo strumento dipendesse dalla Provincia e non dal piano di riorganizzazione che Orvea dovrebbe presentare a supporto della domanda" spiega il sindacato.

A non convincere è anche l'annunciata disponibilità a mettere a disposizione di Poli fondi per il rilancio del marchio Orvea: "una scelta che andrebbe a penalizzare altre realtà produttive come Sait e Superstore - si legge nella nota dell'Usb - uno spreco di soldi pubblici visto che Poli ha dimostrato di saper rilanciare da solo le sue aziende". 


"Anziché rilasciare dichiarazioni generiche - conclude il messaggio - o vendere cose che sono previste dalla legislazione azionale un assessore dovrebbe preoccuparsi di agevolare il mantenimento dell’occupazione in Orvea presentando una legge di un maggiore finanziamento, come nel caso di Elettrolux, dei contratti di solidarietà puntando sul fatto che la direzione Orvea ha dichiarato che non vuole fare licenziamenti.

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