Iva sui rifiuti non dovuta: i cittadini vincono la causa dopo sei anni

Arriva al termine di una battaglia legale durata sei anni e mezzo la sentenza con cui il Giudice di Pace di Trento ha disposto il rimborso, da parte di Trenta spa, dell'Iva calcolata sulla raccolta rifiuti negli anni dal 2003 al 2009 per 22 cittadini trentini. Lo comunica oggi l'associazione per la difesa dei consumatori Lo Scudo, che ha assistito i ricorrenti per tutti questi anni.

"Si è trattato di una lunga battaglia giudiziaria - spiega un comunnicato dell'associazione - che ha visto in prima linea la nostra associazione che ancor prima della sentenza n. 238/09 della Consulta, che dichiarava l'illegittimità costituzionale dell'IVA sulla TIA (Tariffa di igiene ambientale) perché la TIA ha natura tributaria (divieto di applicare una tassa su altra tassa), aveva contestato alla Trenta spa e agli altri gestori della raccolta rifiuti in provincia di Trento l'applicazione dell'IVA, sulla base della sentenza della Cassazione – Sezione Tributaria sopra citata secondo cui la TIA "è una imposizione tributaria e non un contratto privatistico che l'utente stipulerebbe liberamente per godere di un servizio pubblico". 

A peggiorare le cose è stata la politica: "In questo periodo, la politica ci ha mezzo lo zampino - prosegue la nota -. Il panorama normativo per la raccolta dei rifiuti è andato cambiando e ripetutamente. Una prima volta, con l’”interpretazione autentica” di cui al D.L. 78/2011 che definitiva la raccolta dei rifiuti un servizio commerciale, superando arbitrariamente il volere della Consulta e della Cassazione. In sede locale, la Provincia autonoma e l’Associazione dei Comuni Trentini affiancavano e sostenevano i gestori pubblici e privati della raccolta rifiuti nell’applicare, invece, l’Iva, a dispetto delle pronunce giurisprudenziali".