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Fisco, burocrazia e poco lavoro: per le imprese situazione drammatica

Anche a Trento arriva l'onda della mobilitazione nazionale promossa da Rete Imprese Italia con l'incontro degli stati generali di Confcommercio Trentino, Confesercenti del Trentino e Artigiani del Trentino

Anche a Trento arriva l’onda della mobilitazione nazionale promossa da Rete Imprese Italia con l'incontro degli stati generali di Confcommercio Trentino, Confesercenti del Trentino e Artigiani del Trentino, per chiedere alla politica, anche locale, di mettere al centro della loro riflessione la condizione – drammatica – del mondo delle imprese. In particolare le tre sigle di associazioni datoriali hanno focalizzato l’attenzione su tre grandi emergenze: fisco, lavoro e burocrazia. Ma l’incontro non è stato soltanto un momento di denuncia; dai lavori è uscita anche una proposta concreta per sostenere le aziende in questa lunga crisi: più potere ai Confidi, la riduzione della TARES e la richiesta di intervenire per ridurre i costi dei pagamenti con carte elettroniche.


La burocrazia

“Noi italiani – ha spiegato il presidente dell’Associazione Artigiani Roberto De Laurentis - siamo autolesionisti per definizione, ma per fortuna in Trentino la crisi riusciamo a sentirla un po' diversa anche grazie alla politica di questi anni. Ma al di là della buona volontà della politica le imprese fanno fatica a respirare. La colpa? Della burocrazia certo ma anche della mancanza di credito. Ci sono diversi modelli da rivedere”.

Per Loris Lombardini, presidente di Confesercenti del Trentino “anche il Trentino non ha creato percorsi veloci per le Pmi. Qualcosa è stato fatto ma la complessità delle pratiche è sotto gli occhi di tutti. Gli adempimenti sono gli stessi in Trentino e in Italia”.“La nostra proposta – ha detto Gianni Bort di Confcommercio - è investire maggiormente sullo sportello unico, implementando il decentramento e l'autocertificazione. I Comuni o le Comunità di Valle potrebbero diventare capofila per le attività burocratiche  ed evitare che chi lavora nelle valli perda giornate intere per venire a Trento, con spreco di denaro e tempo. Sburocratizzare è forse l'unico intervento senza costi economici e che permette di aumentare l’efficienza”.

Il mondo del lavoro

“Il lavoro sta diventando un tema sempre più spinoso – denuncia De Laurentis – perchè si parla sempre più di diritti e sempre meno di doveri. Non possiamo più ragionare su principi intoccabili, sulla divisione padrone/operai. Qui molti schemi vanno rivisti. Come l'apprendistato che non può essere considerato solo un contratto per diciottenni. Anche i 40/50enni che si sono trovati fuori dal mercato del lavoro possono imparare”.

L’appello di Lombardini è diretto agli amministratori: “Chiamo in causa la nostra politica – ha detto - perchè gli incarichi amministrativi di livello spesso sono dati ai pensionati? Perchè non li diamo ai giovani? Perché i grandi progetti vengono affidati a nomi altisonanti (sulle cui loro capacità nessuno ha nulla da obbiettare) e non - anche - a professionisti locali?”.

Fisco

“Commercianti popolo di evasori? – si chiede Lombardini – Facciamo autocritica ma smettiamola con questa etichetta. Piuttosto chiediamo verifiche fatte con criteri “oggettivi” e non solo con criteri “soggettivi”.  Chiediamo con forza che chi evade vada in galera (l'evasione non è considerata “macelleria sociale!?). La pena dev’essere giusta ma non si continui a perseguire chi invece lavora onestamente per mantenere in vita la propria azienda”. E alla domanda su quale sia la tassa più fastidiosa, De Laurentis risponde con un primo posto ex aequo tra IMU ed IRAP: “L’IMU non è equa: le imprese che si trovano senza lavoro e con i capannoni vuoti, devono pagare cifre esorbitanti sul calcolo del suolo occupato. Ed anche l'Irap va diminuita anche se la Provincia su questo fonte ha già aperto uno spiraglio: non è possibile che se un imprenditore produce lavoro, e quindi occupazione, debba essere penalizzato. È un controsenso inaccettabile”.

Rifiuti

La TARES, poi, è “un tributo che va ridefinito sfruttando un nuovo sistema tariffario in grado di rappresentare effettivamente la reale produzione di rifiuti delle varie categorie economiche e capace quindi di rispondere ai principi comunitari primo fra tutti quello del “chi inquina paga”,  evitando in tal modo l’applicazione di ulteriori maggiorazioni (come quella per i servizi indivisibili) a carico delle imprese”.

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