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Cassa integrazione in deroga: non ci sono più soldi per chi è senza lavoro

Il milione e novecentomila euro stanziati dal Governo per la "cassa" in deroga in Trentino è già stato impiegato mentre, entro la fine dell'anno, ne servirebbero altri quattro che, in base alla riforma Fornero, solo lo Stato può finanziare

L'occupazione, anche sotto i colpi della crisi, non sta crollando in Trentino, ma la vera emergenza, anche da noi, è quella della cassa integrazione in deroga. Il milione e novecentomila euro stanziati dal Governo per la "cassa" in deroga in Trentino è già stato impiegato mentre, entro la fine dell'anno, ne servirebbero altri quattro che, in base alla riforma Fornero, solo lo Stato può finanziare. Altro segnale preoccupante il robusto aumento dei contratti a tempo determinato e quindi la della precarietà. C'è invece una tenuta del settore manifatturiero, soprattutto perché continua a crescere (seppur in frenata rispetto allo scorso anno) l'esportazione. Unico neo il porfido per il quale sta continuando il momento buio con un fatturato precipitato del 20%. Per i settori che vivono del mercato interno i segni meno sono evidenti, a partire, come è noto, dall'edilizia. Questa la sintesi di quanto ha detto oggi l'assessore Olivi in Seconda Commissione tracciando il quadro, in base alle richieste contenute in una mozione di Claudio Civettini (Lega), della situazione economica e occupazionale in Trentino. 

Complessivamente nel 2012 la riduzione del fatturato delle aziende trentine è stata del 2,6% rispetto al 2011 determinata principalmente dalla caduta della domanda interna. Alla fine del 2012 la forza lavoro in Trentino ammontava a 245 mila unità e le persone in cerca di occupazione erano 15 mila e 100; 4300 in più rispetto al 2011. Il tasso di occupazione è passato dal 66,1% della popolazione al 65,5%. Il tasso di disoccupazione è salito dal 4,5 al 6% , quello giovanile va al 13,4% ancora distante dal 25% nazionale. I settori che perdono addetti sono l'agricoltura con un - 300 occupati; l'estrattivo perde 300 lavoratori; l'edilizia ha perso 2300 occupati su 19 mila, il terziario cresce e arriva a 115 mila addetti. 

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