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Economia

Caro prezzi, Provincia e aziende potranno rinegoziare i contratti

La delibera della Giunta, che varrà per il 2022 e il 2023, punta a sbloccare i cantieri oggi fermi

La Prima commissione del Consiglio provinciale di Trento ha dato parere positivo alla delibera della Giunta che introduce la possibilità di rinegoziare i contratti tra pubblica amministrazione e aziende in seguito all’esplosione dei prezzi di molte materie prime. La decisione è arrivata ieri mattina, mercoledì 14 settembre, con sei voti favorevoli e un astenuto.

In sostanza, la delibera introduce nella realizzazione dei lavori pubblici il concetto di rinegoziazione dei contratti tra la Provincia autonoma di Trento (Pat) e i Comuni da un lato e le aziende dall’altro per far fronte all’impennata dei prezzi. Così facendo si consente infatti all’appaltante (Pat e Comuni) di rinegoziare il contratto che segue l’assegnazione dell’appalto quando si verifichino aumenti eccessivi dei costi complessivi, cioè superiori al 5 per cento previsto dalla legge.

Le linee guida proposte dalla Giunta dettano in primo luogo criteri omogenei e determinano il sistema matematico di ricalcolo dei costi. In sintesi, oltre la soglia del 5 per cento l’azienda potrà chiedere la rinegoziazione del contratto attraverso un’analisi matematica di tutti costi e non solo di quelli delle materie che sono schizzate verso l’alto, come, per esempio, il calcestruzzo, aumentato negli ultimi mesi del 117 per cento.

Al termine del confronto, Pat e Comuni appaltanti potranno riconoscere l’80 per cento delle eccedenze dei costi superiori alla soglia del 5 per cento per una durata di sei mesi. Il meccanismo, in senso opposto, varrà anche nel caso della diminuzione dei prezzi dei materiali, che potranno venire ridefiniti entro la soglia prevista dai contratti. Ai Comuni verranno forniti dei sistemi di calcolo automatici per le verifiche sull’incremento dei costi.

L’obiettivo di fondo è stimolare la ripresa di cantieri oggi fermi a fronte della continua pesante oscillazione dei prezzi.

“I costruttori puntano ad avere garanzia per tutta la durata delle opere - ha detto l’assessore allo Sviluppo economico Achille Spinelli -, ma si ritiene che gli squilibri speculativi prima o poi dovranno rientrare. Inoltre, sulle cifre da impiegare una valutazione precisa non è possibile, anche per la sola Pat, a fronte di prezzi che ballano freneticamente”. Il provvedimento dunque varrà solo per il 2022 e il 2023.

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