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Lavoro / Roverè della Luna

Stabilimento Arborea, futuro incerto per 100 lavoratori

L’allarme dei sindacati per la richiesta di contratto di solidarietà: “Non c’è nessun progetto di rilancio né piano industriale”

C’è preoccupazione e frustrazione tra le lavoratrici e i lavoratori di Arborea, l’ex Trentina latte a Roverè della Luna. Nei giorni scorsi l’azienda ha chiesto l’attivazione dell’accordo di solidarietà, ma - è la denuncia dei sindacati - “da mesi, nei fatti, nega un confronto trasparente su dati, strategie e prospettive future dello stabilimento trentino dove attualmente lavorano un centinaio di dipendenti”.

“I vertici aziendali, nonostante le nostre numerose richieste, non hanno mai fornito nessun piano industriale né progetto per il rilancio del sito produttivo che è in mano loro dal 2018”, hanno denunciato questa mattina, martedì 2 agosto, in una conferenza stampa, i segretari provinciali Elisa Cattani (Flai-Cgil), Katia Negri (Fai-Cisl) e Fulvio Giaimo (Uila).

Per i tre sindacalisti l’azienda “terrorizza i lavoratori paventando esuberi e poi, in maniera del tutto contraddittoria, chiedendo prestazioni straordinarie. L’unica certezza che abbiamo ad oggi è che l’accordo di solidarietà scadrà con la fine dell’anno e a quel punto non sarà più possibile fare ricorso a questo strumento perché l’azienda l’avrà esaurito. Con il 2023 temiamo si possa imboccare una sola strada, quella della riduzione del personale”.

Il timore è rafforzato dal fatto che l’estate è il periodo di maggior carico lavorativo, mentre con l’arrivo dell’inverno le attività produttive si ridurranno. Proprio allora, però, la solidarietà sarà finita.

Da un anno e mezzo i sindacati propongono di ricorrere alla flessibilità per prolungare la possibilità di usufruire del contratto di solidarietà. “L’azienda ci ha sempre ignorato - accusano -. Ha attivato da subito la solidarietà, poi durante il periodo covid ha usato tutta la cassa straordinaria messa a disposizione dall’emergenza per poi chiedere nuovamente un accordo di solidarietà. Il tutto senza mettere in campo nulla che ad oggi abbia avviato l’azienda verso un rilancio del sito trentino. Non c’è stata nessuna diversificazione del prodotto, nessuna azione di marketing, nessun incremento dell’attività che possa far pensare a un miglioramento della situazione”.

A ciò si aggiunge la recente chiusura di uno stabilimento toscano dell’azienda: “Il timore è che la stessa sorte possa toccare a Roverè della Luna e che questo modo di agire, per niente trasparente, sia finalizzato a tenere agganciati i lavoratori fino alla fine per poi, dopo aver sfruttato ogni opportunità possibile, lasciarli al loro destino”, concludono Cattani, Negri e Giaimo.

Dopo l’incontro con la stampa, dalle 12 alle 14 i sindacati hanno organizzato due assemblee con i lavoratori per fare con loro il punto della situazione e valutare eventuali azioni da mettere in campo.

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