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Il caso

Tragedia di Sara Pedri: Tateo e Mereu a processo

Oltre alla ginecologa forlivese, altre 20 parti offese

È stato chiesto dalla procura di Trento il rinvio a giudizio per Saverio Tateo, già direttore dell’unità operativa di ostetricia e ginecologia del Santa Chiara, e per la sua vice, la dottoressa Liliana Mereu, con i due che saranno attesi dall’udienza preliminare davanti al giudice Marco Tamburrino a fine novembre. Due nomi, quelli di Tateo e Mereu, che riportano inequivocabilmente alla mente uno dei casi più tragici e ancora oggi particolarmente nebulosi che la storia del Trentino ricordi: il caso di Sara Pedri.

Di che cosa sono accusati i due medici?

Di lei, dal mattino del 4 marzo 2021, non si è più saputo nulla. L’ultimo segno della ginecologa forlivese, trasferitasi a Trento per lavoro, è stata l'auto trovata parcheggiata a Mostizzolo, non lontano dal ponte di Santa Giustina. Ed ecco perché le ricerche del corpo di Sara si sono sempre concentrate sul lago sotto il ponte dove, secondo le ipotesi, si sarebbe tolta la vita.

L’esito delle ricerche del corpo di Sara

Ora, il nome di Sara, assieme a quello di altre 20 parti offese, approda nel processo dove Tateo e Mereu dovranno rispondere dei presunti maltrattamenti in corsia. Oltre a Sara, tra le parti offese anche professionisti della sanità (medici, ostetriche ed infermieri) che lavorano o hanno lavorato nell’ospedale cittadino, rappresentati dagli avvocati Andrea de Bertolini, Stefano Daldoss, Paolo Demattè, Gianluca Riitano del foro di Roma e  Nicodemo Gentile per la famiglia Pedri.

Il grande impegno di Emanuela, la sorella di Sara

Intanto, è intervenuta, come riporta L’Adige, anche Emanuela, la sorella di Sara, sempre in prima linea per la ricerca della verità sulla sorte della sorella, che ha spiegato: “La mia famiglia ed io continueremo le ricerche su tre piani. Innanzitutto non smetteremo mai di cercare Sara in quel lago, perché tutti gli indizi, tutte le indagini, tutte le piste portano lì. L'altra ricerca è sul piano giuridico, affidandoci all'avvocato Gentile. La terza ricerca è quella che porta al senso civico: non intendiamo circoscrivere il caso attorno a Sara, ma vogliamo dare un senso a ciò che non ha senso, perché la morte di mia sorella non ha un senso. Nessuno si immagina di perdere un familiare in questo modo e per questi motivi: nel 2023 non siamo ancora in grado di non distruggerci a vicenda”.

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