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Il racconto / Rovereto

"Noi costretti a dormire per mesi in macchina con tre figli"

La storia di Zeinab e della sua famiglia, che da settembre sono alla ricerca di una casa

Lui ha un lavoro e uno stipendio fisso, i loro figli vanno a scuola, ma da mesi sono costretti a vivere e dormire nella loro auto, una polo. È la storia drammatica di una famiglia di origini pakistane di Valle San Felice, in Vallagarina, che solo di recente è riuscita a trovare in parte aiuto grazie alla generosa attività dei volontari di Unità di Strada.

La vicenda

A raccontare tutto a TrentoToday sono Pantaleo Losapio, membro dell’associazione, e Zeinab, la donna che insieme al compagno (che lavora come corriere in Vallagarina) e ai figli minorenni anni vive in un'auto di proprietà parcheggiata nel Brione: "Prima loro erano ospiti in un’abitazione in cui inizialmente sarebbero dovuti rimanere un mese, poi però ne sono trascorsi cinque senza che nel mentre riuscissero a trovarsi un altro alloggio – racconta il volontario -. Circa a settembre la proprietaria di casa, da un giorno all'altro, ha detto loro che dovevano andarsene e che per loro non c’era più spazio, e così hanno iniziato a vivere e dormire nella loro macchina, una polo".

Nonostante la situazione fosse già critica, negli ultimi mesi le condizioni per la famiglia erano anche peggiorate: "Inizialmente - racconta la signora – c’era ancora abbastanza caldo e riuscivamo comunque a trascorrere buona parte della giornata all’esterno, portavo i figli in giro per piazza della pace e il parco del Brione. Poi sono arrivati il freddo e l’inverno, il buio ha iniziato ad arrivare presto e quindi trascorrere tempo fuori non era più possibile". È a quel punto, però, che in loro aiuto è intervenuta Unità di strada: "Ho ricevuto una segnalazione dalla dirigente della scuola frequentata da uno dei bambini – dice Losapio – e abbiamo iniziato a prenderci cura di loro. La mattina i figli vanno a scuola e il padre a lavoro, io ospito la signora e le fornisco un posto caldo dove stare fino alle tre-quattro del pomeriggio. Poi vanno nella loro auto aspettando che il padre torni la sera e dormono lì. Non hanno nemmeno un fornello per scaldarsi o prepararsi qualcosa, mangiano principalmente cose come brioche o mandarini".

"Noi siamo quelli pratici"

La ricerca di un alloggio per loro, nonostante il marito abbia un contratto fisso e una buona paga come corriere, continua a essere difficile: "Si sono rivolti a enti e aziende di ogni tipo – prosegue Losapio -, ma il problema non sono i soldi: quando le persone vedono che sono stranieri con figli, interrompono la trattativa". L’attività dei volontari è comunque riuscita ad attirare sul caso l’attenzione dei servizi sociali, che si sono interessati dopo mesi al caso: "Venerdì abbiamo avuto un appuntamento, intanto però la famiglia passerà altri giorni senza una casa – conclude Losapio con una riflessione -. Noi di Unità di strada e le altre associazioni da questo punto di vista siamo quelli ‘pratici’, che invece di chiedere informazioni e permessi offriamo un aiuto immediato e concreto e lo facciamo in maniera totalmente gratuita. Altrimenti queste persone avrebbero trascorso i mesi più freddi dell’anno senza nemmeno un posto dove trascorrere qualche ora al caldo". 

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