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Il report

Soccorso alpino: calano gli interventi ma aumentano le persone soccorse

Nel 2022 quasi 1400 richieste di aiuto. Cresce anche il numero dei decessi in quota. Cainelli: “Incide la tragedia della Marmolada”

Poco meno di 1400 interventi (1392 per la precisione), 1451 persone soccorse: calano gli interventi rispetto all'anno precedente (- 40) e aumentano i salvataggi (+ 14): sono i numeri del 2022 del Soccorso alpino trentino. Numeri resi possibili grazie alla preziosa azione di 672 soccorritori impegnati ogni giorno dell’anno, 24 ore su 24, organizzati in 33 stazioni di soccorso dislocate sul territorio e una stazione speleologica.

Numeri che il presidente del Soccorso alpino Walter Cainelli commenta così: “L’anno appena passato non è stato un anno come tutti gli altri. La tragedia della Marmolada, che ci ha visti impegnati insieme a tutta la squadra della Protezione Civile, ci ha segnato e, purtroppo, ha contribuito a determinare un dato profondamente negativo come quello dei deceduti in montagna. La sfida per la nostra organizzazione rimane sempre quella di non farsi trovare impreparati: dobbiamo leggere i cambiamenti in atto per riuscire ad organizzare un servizio sempre adeguato, e questo avviene con lo sviluppo di nuove competenze che i nostri soci acquisiscono grazie alla costante attività formativa della nostra scuola”.

Gli interventi maggiori riguardano gli escursionisti (51,6%), seguiti da chi chiede soccorso dopo cadute in mountain bike (15,2%) e da chi ha problemi con l’alpinismo (7,2%), le ferrate (3,8%), lo scialpinismo (2,4%). Nel corso dell’anno sono arrivate anche 25 richieste di intervento per parapendio, 31 per incidenti sul lavoro, 23 per problemi con l’arrampicata sportiva e 20 per chi si è trovato in difficoltà durante la ricerca di funghi.

Delle 1451 persone soccorse, 62 sono purtroppo decedute; nel 2021 erano 43 (ma, come ha detto il presidente Cainelli, in questo senso ha inciso molto la tragedia della Marmolada, ndr). Le principali cause di incidente? Cadute nel 48% dei casi, incapacità (9,8%), malori (8,9%) e perdita dell’orientamento (7,4%).

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