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Protesta al liceo Da Vinci: gli studenti rivogliono la "finestra tecnica"

Studenti che protestano per studiare di più? Fprse per studiare meglio. Questa mattina si sono radunati nell'atrio della scuola armati di microfoni per chiedere di tornare alla sperimentazionedi due anni fa che prevedeva, per una settimana, classi di studio mirate per materia e attività alternative. C'è anche l'appoggio di qualche professore

Gli studenti del liceo Da Vinci si sono radunati questa mattina nell'atrio della scuola per una protesta tutta interna che niente ha a che vedere con la manifestazione di ieri ma che riguarda un problema che li tocca molto più da vicino. Lo dimostra anche la partecipazione in massa di ragazzi e ragazze di tutte le classi dell'istituto. Quello che chiedono è poter tornare alla sperimentazione, attiva fino due anni fa, della "finestra tecnica" ovvero una settimana, tra il primo e il secondo quadrimestre, di studio mirato sulle materie in cui ogni alunno ha più carenze. Insomma potrebbe sembrare un paradosso ma al Da Vinci gli studenti protestano perchè vorrebbero studiare di più.

Ricostruiamo la vicenda secondo quanto ci spiega la rappresentante d'istituto, ancora in carica fino a nuove elezioni, Eleonora Forti. Fino all'anno scolastico 2011/2012 la "finestra tecnica" prevedeva che, in normale orario di scuola, gli studenti con carenze in determinate materie venissero radunati in gruppi di studio mirati. "Ritrovarsi in classi con persone diverse dai normali compagni di classe, e con professori diversi dal proprio, serviva a potersi concentrare meglio, per una settimana, su una o più materie, mentre chi non aveva carenze poteva partecipare a gruppi di approfondimento diversi o avere la possibilità di studiare per qualcosa in più come le certificazioni per le lingue" spiega Eleonora.

Poi,l'anno scorso, al posto della "finestra tecnica" è stata introdotta la cosiddetta "settimana di congelamento". In questo caso, spiega, "La classe rimane la stessa, professori compresi, ma non è del tutto chiaro cosa si debba fare: teoricamente i docenti non dovrebbero fissare le verifiche in quella settimana, nè andare avanti con il programma nè interrogare; le attività alternative sono spostate al pomeriggio e di solito si tratta di corsi a pagamento ". Insomma una settimana di scuola "congelata" appunto, che servirebbe semplicemente a far prendere fiato un po' a tutti senza però poter fornire un aiuto mirato a chi rimane indietro. 

Una formula che non è piaciuta agli studenti: i rappresentanti avevano chiesto, ancora alla fine dello scorso anno scolastico, di poter tornare alla "finestra". Al ritorno sui banchi hanno avuto l'amara delusione di apprendere che la proposta era stata bocciata: anche quest'anno ci sarebbe stata la tanto contestata "settimana di congelamento". "La giustificazione che ci hanno dato i docenti è che la sperimentazione non ha ottenuto i risultati sperati per quanto riguarda il rendimento degli studenti con carenze, una motivazione secondo noi inaccettabile" afferma Eleonora". Gli studenti hanno così organizzato la loro pacifica protesta, armati di microfono per spiegare la questione a tutti i loro colleghi ricevendo anche la solidarietà di qualche professore. Ora si vedrà se la mobilitazione farà rivedere la decisione al collegio docenti. 

Nella vicenda c'è anche un aspetto che la dice lunga sulle mobilitazioni studentesche: Eleonora, come molti suoi colleghi rappresentanti degli istituti di Trento, ieri non era in corteo per protestare riguardo alle questioni nazionali: "ormai sembra che la manifestazione sia fine a se stessa, c'è molta confusione sui motivi veri della protesta e nessuna innovazione sui metodi, solo slogan e nessuna proposta: noi per esempio per combattere il caro libri ci siamo organizzati con uno scambio autogestito di testi usati su facebook". L'innovazione è anche questa. 

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