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Mafia

Processo Perfido, le udienze slittano ancora

Prorogato il termine (che scadeva ieri) per trascrivere le intercettazioni e tradurle dal dialetto calabrese

“Una semplice associazione culturale, niente a che fare con la 'ndrangheta”. Così Domenico Morello, collegato dal carcere di Palermo, si è difeso ieri, giovedì 30 giugno, nel corso dell’udienza del procedimento con rito abbreviato che si è celebrata a Trento nell’ambito del processo Perfido contro le infiltrazioni della ’ndrangheta in val di Cembra.

La posizione di Morello era stata stralciata dal filone principale del processo lo scorso febbraio assieme a quella di Pietro Denise e Alessandro Schina (la cui udienza è stata rimandata di sei mesi causa problemi di salute). Morello aveva chiesto e ottenuto l’abbreviato condizionato: abbreviato perché manca il dibattimento, ovvero il cuore del processo penale, ma condizionato all’ascolto di alcuni testimoni. Ma ad oggi nessuno di loro ha parlato: ieri si sono presentati solo in due ed entrambi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Secondo l’accusa, Morello manteneva per conto della cosca di ’ndrangheta facente capo a Innocenzo Macheda e insediatasi a Lona Lases, i rapporti sia con le cosche calabresi (Paviglianiti e Iamonte) sia con il sodalizio romano (per cui è indagato Schina). 

I due soggetti chiamati ieri a testimoniare ma rimasti in silenzio sono l’ex sindaco di Frassilongo Bruno Groff (indagato in un altro filone del processo per voto di scambio) e Giuseppe Paviglianiti, presidente dell’associazione Magna Grecia di Trento. Quest'ultimo lo scorso febbraio (quando è arrivata la prima sentenza per mafia in Trentino) ha patteggiato un anno e sei mesi, pena sospesa. 

La prossima udienza nei confronti di Morello è prevista per il 18 luglio, di fronte al giudice Stefan Tappeiner che convocherà d'ufficio i testimoni che non si sono presentati. Bisognerà invece attendere ancora per il filone principale del processo, quello con 11 imputati. Le udienze dovevano riprendere il 6 luglio, ma il giudice Carlo Busato ha prorogato il termine (che scadeva il 30 giugno) per la trascrizione delle intercettazioni. Al lavoro ci sono quattro periti nominati dal tribunale e incaricati di riascoltare un terabyte di intercettazioni raccolte in due anni di indagini preliminari dai carabinieri del Ros. Migliaia di ore di dialoghi (anche in dialetto calabrese) contenuti in centinaia di cd, da rendere comprensibili a tutte la parti del processo.

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