Processo Perfido, prima condanna per ’ndrangheta in Trentino
Si tratta di Saverio Arfuso, considerato tra i vertici della locale di ’ndrangheta di Cardeto (Reggio Calabria), con collegamenti in Trentino. Assolto invece l’appuntato scelto dei carabinieri in servizio a Roma Fabrizio De Santis
Dieci anni e dieci mesi di reclusione (già comprensivi delle attenuanti) per Saverio Arfuso, considerato tra i vertici della locale di ’ndrangheta di Cardeto (Reggio Calabria), con collegamenti in Trentino. Una pena pari a quella chiesta dalla pubblica accusa, con l’aggiunta interdizione perpetua dai pubblici uffici e la condanna a risarcire con 50mila euro ciascuna delle parti civili. È la prima condanna del processo Perfido contro la ’ndrangheta in Trentino, scaturito dall'operazione che il 15 ottobre 2020 aveva portato a galla l'esistenza di una presunta "locale" dell'associazione mafiosa calabrese sul territorio trentino, con sede a Lona Lases. La decisione del giudice Enrico Borrelli è arrivata venerdì 11 febbraio.
Per Arafat Mustafà, considerato il braccio armato del sodalizio trentino, colui che intimidiva imprenditori, debitori e lavoratori, il giudice ha stabilito due anni di reclusione. Un anno e sei mesi, invece, pena sospesa, per Giuseppe Paviglianiti, presidente dell’associazione Magna Grecia di Trento. Entrambi avevano scelto il patteggiamento (l'applicazione della pena su richiesta delle parti, in accordo tra accusa e difesa).
Arfuso e Fabrizio De Santis avevano invece scelto il rito abbreviato. Quest’ultimo era il quarto imputato di questo filone processuale. Passato imperfetto perché l’appuntato scelto dei carabinieri in servizio a Roma è stato invece assolto “per non aver commesso il fatto”. Per lui il pubblico ministero Licia Scagliarini aveva invece chiesto 6 anni e 8 mesi di reclusione, ritenendo la sua posizione equiparabile a quella di Federico Cipolloni e Alessandro Schina.
Questi ultimi fanno parte del filone principale del processo, quello che si celebra con giudizio immediato di fronte alla corte d’assise di Trento. E che è alle battute iniziali: venerdì 18 febbraio il giudice dovrà esprimersi sulle eccezioni sollevate dalla difesa. Decisione che determinerà la sorte dell’intero processo.