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Cronaca

"Lo sci non è movida, fateci aprire le piste"

La protesta degli operatori del settore: "Un Natale senza sci significa il colpo di grazia all'economia di montagna

Non siamo la movida invernale, chiediamo di essere ascoltati e non chiusi a priori. Questo, sintetizzato, il commento di Valeria Ghezzi, presidente nazionale degli impiantisti italiani, alle decisioni che il premier Conte ha anticipato alla trsmissione Otto e Mezzo su La7. Piste chiuse per Natale: questo lo spettro che si aggira per le Alpi, non solo in Italia ma anche in Francia, Germania, Austria e Slovenia, visto che Conte ha detto di attendere da Bruxelles un piano per la gestione comune della stagione invernale.

"Abbiamo pronte – prosegue Ghezzi - tutte le procedure per evitare le code alle casse per l’acquisto degli skipass, agevoleremo il più possibile l’acquisto dei biglietti e degli abbonamenti online. Faremo poi girare gli impianti alla massima velocità prevista, per far salire le persone più rapidamente e limitare ancora di più le code all’ingresso”. Tutto ciò oltre ala capienza del 50% ed al numero massimo di skipass giornalieri deciso in accordo con la Conferenza delle Regioni.

"Un Natale con le piste chiuse darà il colpo di grazia  all’intera economia della montagna. Siamo fortemente preoccupati per la linea rigorista adottata in queste ore dal Governo. Non identifichiamo lo sci quale attività sportiva con la movida perché è un gravissimo errore" conclude Valeria Ghezzi. Nel frattempo in tutto il Trentino i gestori delle piste stanno "sparando" la neve artificiale, anche grazie al fondo da 5 milioni di euro stanziato dalla Provincia. 

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