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Il caso

Orsa F36, gli animalisti soddisfatti a metà: "Se la rinchiudete al Casteller, il suo cucciolo morirà"

La decisione del Tar che sospende l'ordinanza fa felici le associazioni, ma c'è il timore che la reclusione al centro faunistico rappresenti un potenziale dramma per il futuro del plantigrado e della sua prole. Intanto arrivano anche le parole di sostegno a Fugatti

Anche Lav, Lndc e Wwf esultano per l’accoglimento al Tar del ricorso presentato, come nel caso di Leal, contro l’abbattimento di F36, l’orsa responsabile del “falso attacco” ai due cacciatori di Roncone lo scorso 30 luglio. “Siamo estremamente felici di aver salvato F36, anche se riteniamo non giustificato il ricorso alla sua cattura e traduzione nel carcere del Casteller, soprattutto leggendo le motivazioni addotte dallo stesso Tar” dichiarano le associazioni.

La decisione presa dal presidente del Tar trentino Fulvio Rocco, secondo gli animalisti, rappresenta inoltre “una vera e propria svolta nella valutazione del rapporto tra umani e orsi”, in quanto vengono introdotti elementi di valutazione di quanto accaduto che non riguardano solo ed esclusivamente il comportamento dell’orso, ma anche i comportamenti delle persone coinvolte.

Il commento

“Non possiamo comunque accettare che l’orsa F36, che ora è radiocollarata e della quale se ne può quindi conoscere la posizione in ogni istante, venga catturata e rinchiusa al Casteller, per questo motivo e con l’assistenza dei nostri legali Michele Pezone e Paolo Latrari stiamo già lavorando a una diffida perché l’orsa sia lasciata in libertà. La cattura con captivazione, stante anche l'interpretazione del giudice, non ha molto senso di essere applicata, anche considerate tutte le conseguenze del caso. Infatti, anche se si trattasse di una cattura con captivazione temporanea fino al 12 ottobre (data in cui il Tar si esprimerà in merito alla vicenda), le conseguenze sul benessere psico-fisico dell'animale e le conseguenti difficoltà per un reinserimento in natura dovrebbero essere tenute fortemente da conto. Un animale che viene rinchiuso un mese o più in un piccolo recinto rischia di sviluppare comportamenti stereotipati a causa dello stress. A questo va poi aggiunta la questione del cucciolo. Infatti, F36 ha con sé un piccolo. La scomparsa temporanea o definitiva della madre può avere le stesse conseguenze che andiamo ipotizzando per i cuccioli di Amarena” concludono Lav, Lndc e Wwf.

Fugatti non ci sta e annuncia battaglia

Dello stesso avviso anche Enpa, Oipa e Leidaa, con la presidentessa di quest'ultima, Michela Vittoria Brambilla, che ha commentato così: “I giudici amministrativi di Trento hanno bloccato l’abbattimento dell’orsa F36, bloccando il folle decreto di abbattimento del presidente Fugatti. Purtroppo la povera orsa verrà ora reclusa al Casteller e il suo cucciolo rimarrà orfano: rischia di non sopravvivere. Tutto ciò è una vergogna! Non smetteremo mai di combattere simili follie”.

L’alleato Urzì sta dalla parte del Presidente

“Siamo stati abituati a rispettare le sentenze e i pronunciamenti della magistratura. Ma per questo non ci sentiamo meno in diritto di commentarli. Ce ne sono alcuni, anche fra i più recenti, che trasmettono alla cittadinanza l’idea che la politica sia sottoposta costantemente ad un visto di conformità da parte dei magistrati sollecitati in modo seriale - compulsivo da organizzazioni che ritengono di non dover sconfiggere gli avversari politici attraverso le urne elettorali, ma attraverso le sentenze. La politica ha indicato una chiara strada e le leggi l’hanno confermata: tutelare cittadini ed economia attraverso interventi mirati su esemplari pericolosi o problematici di grandi predatori sul territorio. Eppure la politica non può agire perché interviene il pronunciamento di turno. Massimo rispetto, ma intanto ancora una volta la volontà popolare che si esprime attraverso il voto, e che dà la fiducia a chi amministra, non può esercitarsi “ il commento dell’onorevole Alessandro Urzì, coordinatore regionale del Trentino per FdI.

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