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Cronaca

Banda larga, tutto fermo e società da rifondare dopo lo stop europeo

La Provincia uscirà dalla società (partecipata anche da Telecom Italia, Mc Link e La Finanziaria Trentina) per sbloccare il progetto di connessione veloce. Progetto fermo, però, dal luglio 2012

Con due voti di astensione di Rodolfo Borga di Civica Trentina e di Maurizio Fugatti della Lega, la prima commissione del Consiglio provinciale presieduta da Luca Zeni (Pd) ha espresso oggi il proprio parere favorevole alla delibera proposta dalla Giunta provinciale e presentata dall'assessore Carlo Daldoss insieme al dirigente Sergio Bettotti, che prevede l'uscita della Provincia dalla società Trentino NGN srl per permettere alla Giunta di portare a termine il progetto della banda larga.

L'assessore Daldoss ha spiegato che l'esecutivo intende così attuare la scelta già preannunciata del recesso da questa società (partecipata anche da Telecom Italia, Mc Link e La Finanziaria Trentina e in cui la Provincia, con il 52,16% delle quote, aveva previsto di investire 50 milioni e 95 mila euro), per sbloccare il progetto finalizzato a mettere a disposizione dei cittadini e delle imprese la connessione veloce in internet sostituendo la fibra ottica al rame (banda ultra larga). Progetto fermo però dal luglio 2012 in attesa del parere della Commissione Europea in merito alla presunta violazione delle regole sulla concorrenza (Meip: investimento realizzato a condizioni economiche di mercato), denunciata da alcuni operatori privati delle telecomunicazione. Con l'interruzione per oltre due anni del progetto di cui era stata avviata solo la prima fase, il capitale sociale versato dalla Provincia a Trentino NGN è stato di 14 milioni e 845 mila euro. 

L'attesa troppo lunga del parere della Commissione Europea ha spinto la Provincia ad avvalersi di una clausola di risoluzione inserita nel patto stipulato con gli altri soci nel 2011, uscendo dalla società con la cessione della propria quota di compartecipazione di 14 milioni e 845 mila euro più gli interressi. Solo così la Giunta potrà ora portare avanti il progetto di evoluzione della rete in banda ultra larga secondo gli obiettivi indicati da UE 2020, "attraverso un modello di intervento pubblico compatibile con le normative vigenti". Quest'ultima formula è stata inserita nel testo della delibera su richiesta di Zeni (Pd), per rendere più aperta la scelta del modello di sviluppo che la Provincia potrà adottare.

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