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Test salivari, Zeni (PD): "come si giustificano gli ingenti investimenti?"

Il consigliere ha ripercorso le varie tappe di questo progetto

Tante le domande sui test salivari in Trentino. Dopo l'interrogazione presentata dal consigliere Filippo Degasper, arriva quella di Luca Zeni. È da quasi un anno, infatti, che si parla di questi test, non invasivi, per diagnosticare il coronavirus. "Dopo una serie di anticipazioni estemporanee - afferma il consigliere Zeni -, ad inizio ottobre 2020 la Giunta provinciale annunciava di aver stanziato oltre un milione di euro per avviare di lì a un mese un massiccio incremento dei tamponi grazie ai test salivari, messi a punto dal Cibio".

Il 12 dicembre 2020 un comunicato della Provincia annunciava: “Test salivari, iniziato il conto alla rovescia nei laboratori di Mattarello”, e comunicava l’avvio in “poco più di un mese”, con 3000 tamponi al giorno a regime. Si è parlato dei test a più riprese: per le varie approvazioni, per il progetto pilota con i bambini in estate, ma ad oggi non sarebbero ancora stati inseriti come possibili test da effettuare. 

"Nei mesi successivi ciclicamente la giunta annunciava l’imminente avvio dell’utilizzo dei tamponi salivari - ricorda il consigliere Zeni -, giustificando il ritardo con questioni autorizzatorie e burocratiche, anche se è noto che le procedure per ogni provvedimento che riguarda il covid hanno subito una sburocratizzazione senza precedenti. Finalmente a giugno si comunicava l’avvio di una fase sperimentale, per partire massicciamente con l’avvio dell’anno scolastico a settembre. A fine agosto veniva comunicato che la Conferenza Stato regioni ha approvato il piano per il monitoraggio della circolazione Covid nelle scuole attraverso i test salivari, sviluppati dal Cibio, e ad inizio settembre veniva comunicato l’avvio dell’analisi in alcune scuole della Provincia, lasciando intendere che fosse una peculiarità trentina. In realtà la Conferenza Stato Regioni ha approvato l’avvio di un progetto generale valevole per tutto il Paese, e che non riguarda soltanto il Trentino. Il progetto prevede il coinvolgimento di 55.000 studenti ogni 15 giorni, e molte Regioni hanno comunicato la loro adesione".

Per tutte queste ragioni, Zeni ha presentato un'interrogaizone:

1) per quale motivo, a circa un anno di distanza dalle previsioni di avvio di tamponi salivari di massa in Trentino, non si è concretizzato nulla di più che l’adesione ad un progetto nazionale, come in ogni altra regione del Paese;

2) quanto sia stato investito complessivamente dalla Provincia sul progetto di tamponi salivari del Cibio, e se tale investimento sia giustificato alla luce che ormai i tamponi salivari sono reperibili e diffusi sul mercato;

3) quando si prevede di poter usare in maniera diffusa i tamponi salivari (“3000 tamponi al giorno” era l’obiettivo annunciato come imminente nell’ottobre 2020), soprattutto nelle scuole con studenti di età inferiore ai 12 anni e quindi non vaccinabili in questo momento.

4) quali siano i costi complessivi per la riapertura dei laboratori del Cibio a Rovereto.

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