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La montagna ha perso il 93% del fatturato. Anef: "Servono investimenti per quest'anno e per i prossimi"

Si punta sulla stagione sciistica alle porte ma c'è "il rischio di lavorare senza coprire i costi"

Un settore praticamente fermo da due anni, e che guarda con un misto di speranza e preoccupazione alla imminente stagione turistica invernale. L'economia di montagna ha perso circa il 93% del fatturato per colpa della pandemia da Covid19, addirittura il 98% se si considera solo il settore funiviario, ma le paure non sono ancora del tutto svanite.

Nell'immediato, i ristori hanno coperto le più ingenti necessità di liquidità, ma non garantiscono la capacità di investimento che invece sarebbe necessaria in vista di questa e delle prossime stagioni. A richiedere un intervento deciso della politica è stata la presidente di Anef (Associazione nazionale esercenti funiviari) Valeria Ghezzi, in autizione alla Camera dei deputati in rappresentanza anche degli altri rappresentanti chiave del mondo dell’economia montana: Assosport, Federturismo e Confindustria Alberghi.

Il "peso" dell'economia montagna va oltre il turismo: aziende italiane sono eccellenze riconosciute in tutto il mondo anche per quanto riguarda la produzione di articoli sportivi, e il settore metalmeccanico. Si guarda con attenzione ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che sarà un'occasione per promuovere iniziative strategiche e investimenti, da quelli infrastrutturali fino agli interventi per la sicurezza idrogeologica.

"La montagna ha bisogno innanzitutto di lavorare e poi di investimenti strategici che non si limitino a rendere più appetibile e vendibile il prodotto ma che aiutino a strutturare e destagionalizzare l’offerta, che sostengano le piccole realtà e che aiutino le più grandi a mantenere le proprie quote di mercato. Un processo non solo economico ma anche culturale: la montagna dovrebbe essere promossa al livello scolastico e le famiglie (anche le meno abbienti) così come i giovani dovrebbero essere incentivati, anche economicamente, a viverla e a frequentarla" sottolinea la presidente Ghezzi.

Come spesso ricordato negli ultimi giorni, soprattutto dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti e dall'assessore al turismo Roberto Failoni, salvare la stagione turistica invernale è prioritario per il Trentino. Anche per questo si è deciso di appoggiare in sede di conferenza Stato-Regioni l'adozione del Super green pass.

Ora che la stagione è alle porte, dice Anef, "il desiderio degli operatori della montagna è innanzitutto quello di lavorare, finalmente, dopo 20 mesi". Il rischio però è che l'ondata pandemica colpisca ancora la montagna, e non necessariamente portando alle chiusure. Se insomma, pur lavorando non si riuscissero a coprire i costi, "la richiesta alle istituzioni sarà quella di attivare nuovamente interventi straordinari per facilitare l’accesso al credito e alla ristrutturazione dei debiti, esenzioni o riduzioni d’imposta e incentivi per gli investimenti produttivi".

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