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Cultura / San Michele all'Adige

Museo di San Michele, è ancora polemica: un archivista alla direzione

All'etnologo di fama europea Kezich subentra Armando Tomasi. Zeni (Pd): "Ci si sarebbe attesi la nomina di una figura con specifiche competenze in materia”

Dopo l’allontanamento - che già aveva suscitato polemiche - di Giovanni Kezich e Antonella Mott dalla direzione del museo degli Usi e costumi della gente tridentina di San Michele all’Adige, il consiglio di amministrazione ha nominato un nuovo direttore. Si tratta di Armando Tomasi, già direttore dell’archivio provinciale e dell’ufficio Beni archivistici e librari della Provincia.

Da mesi la vicenda fa discutere non solo in Trentino: le principali associazioni di antropologia a livello nazionale sono arrivate a scrivere al presidente della Pat Maurizio Fugatti chiedendo chiarimenti ed esprimendo la propria stima per l’ormai ex direttore Kezich (etnologo di fama europea) e la sua vice Mott. Le motivazioni del loro allontanamento sono infatti un mistero.

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Di certo c’è che la nomina di Tomasi non sembra destinata a placare i malumori dentro e fuori il museo etnografico provinciale. Proprio l’originalità di questa scelta ha suscitato infatti nuove perplessità nel mondo della cultura. “Non per motivi legati alla preparazione generale e della persona scelta e sulla quale non ci si permette di esprimere alcunché - spiega il consigliere provinciale del Partito democratico Luca Zeni che sul tema ha presentato un’interrogazione -. Bensì sul profilo della stessa: alla direzione di un istituto etnografico ci si sarebbe attesi la nomina di una figura con specifiche competenze in materia etnografica e non archivistica”.

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Con la sua interrogazione il consigliere dem vuole innanzitutto capire “quali criteri tecnici ha seguito il consiglio d’amministrazione del museo per individuare un archivista”: quali competenze specifiche può vantare il neodirettore in materia etnografica e di gestione museale e quali eventuali pubblicazioni scientifiche su tali materie ha curato, chiede Zeni al presidente del consiglio provinciale Walter Kaswalder. Ma anche quale programma e quali obiettivi siano stati delineati per il nuovo direttore e se abbia già in mente una figura da nominare come vicedirettore. “Questa nomina - conclude Zeni - è l’emblema di una gestione del sistema museale trentino molto approssimativa e priva di un chiaro disegno complessivo e coerente”.

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