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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

La comunità ucraina a Trento raccoglie medicinali e accoglie civili. Come puoi aiutare

Shmits, presidente dell’associazione Rasomn: "Alcune famiglie sono già partite. Da domani inizieremo la raccolta dei viveri"

“Scusatemi, ma sono esaurita, questa notte ho dormito due ore in tutto”. Da oltre 24 ore Stefania Shmits, presidente dell’associazione Rasomn della comunità ucraina in Trentino, non riesce a staccarsi dal telefono. Alle 4 di venerdì 25 febbraio già arrivavano le notizie dei primi bombardamenti a Kiev, la capitale ucraina. L’ansia di fare tutto il possibile per aiutare da Trento i concittadini ucraini e l’apprensione per la guerra in corso hanno stravolto la sua quotidianità. “Ci stiamo preparando per accogliere i primi profughi e per raccogliere alimenti e medicinali”, dice a TrentoToday.

I civili ucraini si nascondono dalle bombe-2

Gli uomini del Paese, ci spiega Shmits, non possono partire. “L’esercito per ora riesce a contare su chi era già arruolato e su chi si è offerto volontario, ma nessun uomo può lasciare il Paese in caso la situazione peggiorasse”. A partire sono invece donne e bambini, che sin dalle prime ore di giovedì 24 febbraio stanno cercando di raggiungere i confini per scappare. “So che alcune famiglie sono già partite - racconta Shmits -, ma non sappiamo dove si trovino”.

Shmits, 34 anni, è in Trentino da 12 anni. I primi li ha trascorsi in Valsugana, poi si è trasferita a Trento. I parenti più stretti (la mamma, il fratello e la cognata) li ha qui, “ma tutti abbiamo qualcuno là. Io in Ucraina ho la nonna, tutti i miei amici e cugini - spiega -. Vorremmo partire subito, il nostro cuore è là, ma sappiamo che da qua possiamo essere di maggiore aiuto. Ho un amico che vorrebbe partire con i suoi figli, ma non può farlo. ‘Capiti quel che capiti, questa è la nostra terra, non possiamo che aspettare di capire cosa succederà’, mi ha detto”.

Stefania Shmits, presidente dell’associazione Rasomn della comunità ucraina in Trentino-2

Intanto sul cellulare di Shmits i messaggi e le chiamate si susseguono in continuazione. “Non ci aspettavamo un sostegno simile dalla comunità trentina”, racconta. C’è chi si sta occupando delle carte, perché non tutti hanno un passaporto per poter lasciare il Paese. Poi c’è la questione alimentari e medicinali: “Entro stasera avremo una lista di beni di prima necessità. Da domani inizieremo la raccolta”.

Nelle prossime ore l'associazione - nata in Trentino nel 2004 con lo scopo di diffondere la cultura ucraina e offrire un aiuto alle persone immigrate nel loro percorso di integrazione nella società locale - farà sapere come poterli aiutare. Verrà attivato un numero di emergenza e individuata una sala per la raccolta di viveri e medicinali.

Come aiutare il popolo ucraino

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