La bambina ucraina accolta a scuola e quella compagna russa che la aiuta con la lingua

È fuggita con la mamma all’inizio di marzo da Mykolaïv, città a circa 130 chilometri da Odessa, in Ucraina. Per arrivare a Trento ci sono voluti alcuni giorni di viaggio, poi l’abbraccio con la nonna che da tempo lavora presso una famiglia trentina.

Ora, grazie al dipartimento Istruzione della Pat che sta lavorando per l’inserimento scolastico dei minori arrivati in queste settimane in Trentino (si calcola che 1 su 3 abbia tra i 6 e i 16 anni), ha iniziato a frequentare la scuola primaria dell’arcivescovile di Trento.

Qui è stata accolta con entusiasmo dalla classe che le ha preparato anche un cartellone in lingua ucraina. Ma soprattutto, grazie a una compagna di origine russa, sta riuscendo a seguire le lezioni. Grazie alla conoscenza della lingua, la bambina russa è infatti in grado di aiutarla a capire le materie e le attività scolastiche.

“Vi ringrazio - ha detto l’assessore provinciale all’Istruzione Mirko Bisesti in visita giovedì 17 marzo alla classe - per come avete accolto la vostra nuova compagna: è molto bello che l’abbiate fatta sentire a casa. Anche in un momento difficile come quello che stiamo vivendo siete riusciti a mandare un grande messaggio di pace e amicizia”.

All’arcivescovile ieri sono arrivate altre due richieste di iscrizioni per ragazzi ucraini tra i 10 e i 16 anni. “Ho già seguito - ha spiegato l’assessore Bisesti - alcuni inserimenti nelle nostre scuole e devo dire che il sistema sta rispondendo bene, sia a livello di dirigenti e di corpo docente sia dei ragazzi, che hanno voglia di accogliere nel miglior modo possibile chi è scappato dalla guerra”.