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Covid, la scuola in estate e i dubbi: piano e proposte

Il piano si articola in tre fasi tra potenziamenti, rinforzi, laboratori, attività di aggregazione e socializzazione da giugno a settembre. Ballarino: «Estate didattica volontaria? Dubito che abbia pieno successo. Si pensi invece a comprare i depuratori per sanificare l’aria e si somministri il vaccino ai docenti ancora scoperti»

L'estensione della scuola in estate è un tema molto dibattuto. In Trentino le scuole dell'infanzia saranno aperte anche a luglio. «La Giunta provinciale conferma l'apertura delle scuole dell'infanzia nel mese di luglio, venendo incontro alle esigenze di molte famiglie trentine» ha precisato l’assessore all’istruzione Mirko Bisesti. Sulla scuola, però, si ragiona anche a livello nazionale. A Roma, oltre a pensare a come riaprire in sicurezza il prossimo settembre, il ministero dell'Istruzione lavora anche su come continuare a tenere aperte le scuole nei mesi estivi. 

Il ministro Patrizio Bianchi continua a lodare il lavoro fatto finora da insegnanti e dirigenti scolastici (perché in fondo le scuole, con tutte le loro attività, non sono state mai chiuse né le lezioni interrotte), ma al tempo stesso ribadisce sempre quanto la pandemia abbia acuito differenze e fragilità. Per questo da viale Trastevere si spinge per non "perdere" i mesi estivi e cercare di fare recuperare il più possibile a bambini e ragazzi non tanto i debiti scolastici quanto piuttosto socialità e apprendimenti. Ecco quindi il piano messo a punto dal ministero dell’Istruzione, i cui obiettivi, modalità di utilizzo e risorse sono stati illustrati a fine aprile alle scuole con una nota operativa.

«Utilizzeremo questo periodo estivo per costruire un nuovo inizio» ha detto il ministro Bianchi. «Riporteremo la scuola al centro della comunità, creando spazi di potenziamento delle competenze e di recupero delle relazioni. Stiamo lavorando insieme ai territori, alle associazioni, promuovendo i Patti educativi di comunità. Stiamo attivando un percorso di trasformazione ed evoluzione del nostro sistema di Istruzione, per dare vita ad una scuola più accogliente, inclusiva, basata su apprendimenti personalizzati, parte integrante del tessuto sociale e territoriale. Una scuola 'affettuosa', che sappia stare al fianco dei nostri bambini e ragazzi, che, partendo dai più fragili, sia punto di riferimento per tutta la comunità e le famiglie».

Come sarà la scuola aperta in estate

Le scuole potranno scegliere se restare aperte o meno, così come pure insegnanti e studenti potranno decidere di partecipare su base volontaria. Le scuole programmeranno le attività (che si svolgeranno nel rispetto delle misure di sicurezza anti-Covid) all’interno degli organi collegiali e informeranno le famiglie. 

Il piano si articola in tre fasi

  • Fase 1: per i restanti giorni di giugno si prevedono programmi di rinforzo, laboratori e studio di gruppo, per un "potenziamento degli apprendimenti", con attività laboratoriali, scuola all’aperto, studio di gruppo, da effettuare anche sul territorio, con collaborazioni esterne o con il terzo settore. 
  • Fase 2: luglio e agosto saranno dedicati al recupero della società e proseguiranno le attività di potenziamento degli apprendimenti che saranno affiancate più intensamente da attività di aggregazione e socializzazione in modalità Campus (con attività legate a Computing, Arte, Musica, vita Pubblica, Sport). Ci saranno moduli e laboratori di educazione motoria e gioco didattico, canto, musica, arte, scrittura creativa, educazione alla cittadinanza, debate, educazione alla sostenibilità, educazione all’imprenditorialità, potenziamento della lingua italiana e della scrittura, potenziamento delle competenze scientifiche e digitali (coding, media education, robotica). Le attività potranno svolgersi in spazi aperti delle scuole e del territorio, teatri, cinema, musei, biblioteche, parchi e centri sportivi, con il coinvolgimento del terzo settore, di educatori ed esperti esterni;
  • Fase 3: da settembre fino all’avvio delle lezioni, è prevista una fase di accoglienza connessa con le precedenti e che nelle intenzioni "sarà di vero e proprio avvio del prossimo anno scolastico", mentre proseguiranno le attività di potenziamento delle competenze e di accompagnamento di studentesse e studenti al nuovo inizio.

Scuole aperte in estate, i fondi per gli istituti

Un piano ambizioso che ovviamente necessita di fondi. Le risorse ammontano complessivamente a 510 milioni di euro. Di questi 320 arrivano dai Fondi Pon (il programma operativo nazionale promosso dal ministero con fondi europei). Altri 150 milioni provengono dal decreto sostegni e saranno distribuiti attraverso un decreto del Ministero, sulla base del numero degli alunni, per una media di circa 18mila euro per scuola. Infine ci sono ulteriori 40 milioni dal fondo per l’ampliamento dell’offerta formativa e il contrasto della povertà educativa, assegnati alle Istituzioni scolastiche in funzione delle tipologie di progetti da attivare e sarà possibile collaborare con il terzo settore e realizzare patti educativi di comunità. 

Sul sito del ministero c’è una sezione apposita dedicata al piano estate, dove sarà disponibile un bando Pon da 320 milioni, utilizzabili soprattutto nelle aree con maggiori disuguaglianze economiche e sociali. Le scuole potranno fare domanda fino al 21 maggio prossimo. I fondi, di cui circa il 70% è destinato alle regioni del Sud, potranno essere spesi sino al termine dell’anno scolastico 2021/2022, nella logica di un piano di trasformazione che partirà dall’estate e proseguirà durante il prossimo anno scolastico. Le risorse Pon saranno disponibili anche per le scuole paritarie (che svolgono il servizio con modalità non commerciali) e per i Cpia (Centri per l’istruzione degli adulti).

La posizione di Ballarino, presidente del sindacato

Il presidente del sindacato Nazionale Orizzonte Docenti, Antonino Ballarino, esprime le proprie perplessità in merito a questa estate “didattica” su base volontaria annunciata dal Governo e dal Ministero dell’Istruzione. Per il presidente Ballarino si deve fare altro e si deve intervenire in altro modo. In una nota di inizio maggio il presidente esprime le proprie perplessità che nascono dalla sua esperienza scolastica e sindacale. Perplessità che lo portano a fare delle riflessioni e a dissentire su questa novità.

«Ci si rende conto che dopo mesi e mesi di Dad e di restrizioni i giovani, ma anche gli adulti, non vedranno l’ora di godersi la stagione estiva, prima occasione utile dopo lunghi periodi di lockdown? Come si fa a credere che i giovani, con il gran caldo e il bel tempo, sceglieranno di seguire le lezioni all’aperto, preferendole al mare, alle vacanze o al divertimento? Ma di cosa stiamo parlando?» invita alla riflessione il presidente Ballarino. «Se già dubito che lo farà la popolazione scolastica del nord Italia, che ha un clima non proprio torrido, immaginiamoci quelle del meridione e delle isole che nei mesi estivi devono fare i conti con temperature che spesso sfiorano o superano i 40 gradi».

Non è, secondo Ballarino, questa la strada da intraprendere. Invece del prolungamento dell'apertura delle strutture, spinge verso i vaccini, i trasporti, le aule e gli screening: «Penso proprio che invece si debba pensare a risolvere altre questioni che sono rimaste irrisolte. Prima fra tutte e ancora una volta la vaccinazione totale di docenti, dirigenti scolastici e personale Ata ai quali non gli è stata ancora somministrata neanche la prima dose di vaccino! E di quale normalità si parla quando persiste irrisolto il problema dei trasporti affollati, l’assenza di screening, gli spazi contenuti di aule piuttosto ridotte e non ultime le connessioni internet cosiddette ‘ballerine’, considerato che circa un quarto della popolazione studentesca italiana in questo anno scolastico che volge al termine ha avuto difficoltà con la Dad, soprattutto al Centro-Sud».

E sui soldi stanziati per questo prolungamento, ancora il presidente si esprime: «Poi, a proposito dei 510 milioni di euro stanziati per la scuola ‘in estate’, ma perché non si spendono questi soldi anche per comprare i depuratori per sanificare l’aria da installare in tutte le classi delle scuole d’Italia, invece di rischiare di dover vedere ancora docenti o studenti costretti ad aprire porte e finestre per cambiare aria ogni ora? Ci vuole tanto? Penso di no. Solo così la scuola potrà tornare ad essere efficiente ed operativa. Quindi ben vengano i buoni propositi da parte del premier e del Ministro all’Istruzione, ma si intervenga e subito per risolvere le questioni segnalate dal sindacato nazionale che presiedo, per consentire… a più di dieci milioni tra studenti e personale docente e non… di tornare alla vera normalità». 

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