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Salute

Campagna antinfluenzale al via, Cisl Medici denuncia la disorganizzazione di Apss

Poche dosi per i medici di base: "Professionisti derisi, c'è discriminazione tra valli e città"

Con la campagna per la vaccinazione antinfluenzale al nastri di partenza, la Cisl Medici segnala 'momenti di tensione' durante la consegna delle dosi ai medici di base. La denuncia arriva direttamente dal segretario provonciale Nicola Paoli: tutto è partito dalla consegna di 80 dosi (70 per anziani e 10 per tutta la rimanente popolazione) ad un medico di base che ne aveva richieste 600. 

"Alla presenza di altri medici di medicina generale che attendevano dalle 7.00 la consegna avvenuta alle 8.00, un medico di base si è presentato nella sede di viale Verona a ritirare la quota vaccinale di 600 vaccini richiesta a suo tempo ad Apss e per la quale aveva prenotato la consegna alle 7.45. Erano fondamentali per vaccinare i suoi pazienti anziani, fragili, non autosufficienti, con patologie croniche le piu disparate, e tutto il personale a contatto con animali o con il pubblico" scrive il sindacato, secondo cui poi il dirigente medico addetto alla consegna avrebbe "deriso il medico di base, invitandolo a tornare ogni due giorni per prendere ulteriori dosi".

Il sindacato segnala anche delle discriminazioni nelle consegne tra valli e città: ad alcuni medici sono state consegnate 30 dosi, ad altri 160, ad altri ancora 80. "Discriminazioni che si ripercuotono anche sulle relative popolazioni" dice la Cisl Medici.

"Dopo una promessa iniziale di darci un ingente quantitativo - continua il sindacato -, nel 2020 infatti molti medici hanno visto centellinare le consegne, con popolazioni furibonde. Apss non ha fatto memoria degli errori dello scorso anno ed ora siamo punto e a capo con il rifiuto di consegnarci gli stock nei nostri studi o nelle vicinanze,come in altre parti d’Italia avviene dai primi di ottobre, per non mettere in difficoltà i medici".

Secondo il segretario Paoli insomma, "sembra che Apss non ritenga importante la vaccinazione affidata alla medicina generale a domicilio e nei nostri ambulatori. Ma è la Legge italiana e il nostro contratto di lavoro che ci impone tale compito che riteniamo fondamentale per mettere in sicurezza tutti i nostri pazienti".

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