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Lunedì, 29 Aprile 2024
Intervista al candidato

"Basta orsi, c'è anche la sanità: i trentini vanno a curarsi in Veneto"

Dall'Autonomia al bypass ferroviario: Marco Rizzo, candidato di Democrazia Sovrana e Popolare, presenta in esclusiva a Trento Today le sue proposte sui temi di questa campagna elettorale

Fra i sette candidati che si sfideranno alle elezioni provinciali del prossimo 22 ottobre ci sarà anche Marco Rizzo, volto noto della sinistra italiana e sostenuto dalla lista di Democrazia Sovrana e Popolare, che ha presentato a Trento Today le sue proposte e vedute sui diversi temi di questa campagna.

Rizzo, governare il Trentino significa anche confrontarsi con il tema e lo strumento dell’Autonomia.
"Assolutamente: la nostra campagna elettorale ha lo slogan ‘senza sovranità non c’è autonomia’. La globalizzazione e la politica estera hanno un grande significato, e in Trentino questa cosa viene sottovalutata. Con le prossime elezione europee ci saranno degli sconvolgimenti rispetto al tema delle autonomie. Pensiamo a quanto accade in Spagna con la Catalogna e i Paesi Baschi,  in Francia con la Corsica, in alcuni paesi della vecchia Germania est. Si parla di una riduzione drastica di queste autonomie: chiaramente non si citerà il caso del piccolo Trentino, ma saranno cambiamenti che riguarderanno anche questa regione".

Secondo lei si tratta di uno strumento che non è stato sfruttato a dovere negli ultimi anni?
"No. Se oggi andiamo a vedere i salari medi dei trentini, sono inferiori del 5% rispetto alla media nazionale. Il fatto che questo tema non venga solo sottovalutato, ma neanche discusso anche dalle altre forze da l’idea di una classe politica molto arretrata, perché si parla di un tema enorme".

Cosa intende quando parla di questa poca attenzione degli altri candidati?
"Non voglio essere polemico o andare sul personale, forse più semplicemente non lo sanno neanche, non conoscono questo rischio, ignorano che anche quando noi prendiamo la pistola dalla pompa per fare benzina stiamo parlando di politica estera. Gli aumenti di questi prezzi sono collegati alla politica estera. Questo perché nessuno a livello nazionale, da Meloni a Conte, ha impedito al governo Draghi di fare determinate scelte sul cambio dell’approvvigionamento energetico. Il risultato? Noi oggi compriamo il gas russo dalla Tunisia e dagli Stati Uniti e lo paghiamo solo di più. Per questo sono molto allarmato dalla poca attenzione sul tema dell’autonomia".

Un tema invece fra i più accesi di questa campagna è quello relativo al settore della sanità.
"Se andiamo a vedere quella che una volta era la sanità in Trentino, stiamo parlando di un qualcosa che sta scendendo di livello: una volta erano i veneti che venivano a curarsi in Trentino, ora sono i trentini che vanno a curarsi in Veneto. Questo decadimento è strettamente correlato all’insorgere sempre più massiccio della sanità privata. Ma anche qui, nessuno parla del conflitto dì interessi che ne deriva: perché devi andare dallo specialista dell’azienda sanitaria e aspettare sei mesi per avere una prescrizione o una visita, quando invece bastano pochi giorni o una settimana se vai da un privato?"

Quali sono le proposte sue e della lista che lo sostiene sul tema?
"Le nostre proposte sono la riqualificazione dell’efficienza della sanità pubblica, come detto siamo davanti a un conflitto di interessi. Noi siamo per rimuoverlo, e crediamo che l’autonomia metta a disposizione gli strumenti per farlo: stipendi più alti per medici, oss e infermieri, fedeltà e lealtà nei confronti di chi lavora nella sanità pubblica. Questa è la grande riforma che vogliamo promuovere".

Il Trentino è anche un territorio molto eterogeneo, basti pensare a chi governa la Provincia e chi invece è sindaco nei principali centri abitati della Regione: come si pone lei davanti a questa sfida?
"In realtà dal punto di vista sostanziale questa destra e questa sinistra sono due facce della stessa medaglia: al di là di piccole questioni di facciata, non c’è nessuno ad esempio che parli della necessità di un piano straordinario di manutenzione del territorio. Un piano che garantirebbe maggiore sicurezza in una regione dove ci sono frane, allagamenti, tragedie ambientali, e lo farebbe assorbendo lavoratori, darebbe lavoro anche ai migranti presenti sul territorio, perché ciò che noi vogliamo è che quelli arrivati in Trentino lavorino. Il nostro è anche un progetto di lavoro, che unisce le valli con i centri urbani".

Un’iniziativa che avrebbe costi importanti.
"Certo, sono soldi però che tornerebbero indietro, con gli interessi. La nostra è una visione che, se volessimo parafrasare un grande politico francese come Charles De Gaulle, si potrebbe riassumere nella frase “Prevedere significa comandare”: avere il controllo del futuro, cosa che purtroppo questa classe politica concentrata sull’immediato non sembra avere, significa gestirlo al meglio".

Elezioni provinciali 2023, tutti i candidati

Tornando sui temi della campagna elettorale, il più discusso è quello relativo alla gestione dei grandi carnivori. Il suo parere a riguardo?
"È un dibattito che va sicuramente approfondito, ma anche contestualizzato, perché appunto è un tema, non può essere il tema, la campagna elettorale non può basarsi solo su questo. Il tema della campagna dev’essere l’autonomia di cui parlavamo, la sanità, il lavoro, poi possiamo parlare anche di questo. Il fatto che sia diventato uno dei temi centrali rappresenta il decadimento nella qualità della politica. Io sono un amante dell’ambiente e del mondo animale, ma mi rendo conto che scelte sbagliate a monte abbiano portato al crearsi di una situazione difficile, rischiosa, che va risolta. Io comunque sono contrario all’abbattimento degli esemplari".

Chi sono i responsabili di questa situazione complicata?
"La responsabilità è totalmente dell’Unione Europea, che ha lavorato a un progetto, a un certo punto anche abbandonato, sbagliato all’origine ma che fino a dieci anni fa poteva ancora essere in qualche modo corretto e rivisto. Ora sono finiti i fondi e nessuno si è preoccupato di mantenere il monitoraggio di quelle situazioni che poi si sono moltiplicate".

Quali soluzioni propone?
"Bisogna valutare le responsabilità e individuare gli errori commessi per evitare che si ripetano: io provocatoriamente, ma nemmeno troppo, ho detto che se ne deve fare carico l’Europa, perché sono stati loro a elaborare e finanziare quel progetto lasciandolo al libero arbitrio. I paesi entrati dopo la sua ideazione dovrebbero contribuire a riallocare i vari esemplari, ma non lo fanno, perciò potremmo pensare anche noi di contribuire meno sotto alcuni aspetti: ad esempio, potremmo smettere di spendere miliardi per armare l’Ucraina".

Qual è invece il suo parere sul discusso progetto del bypass ferroviario?
"Un’iniziativa a cui io sono contrario, non per ragioni ideologiche ma perché si tratta proprio di un progetto nato male sotto la giunta Dellai e proseguito sempre male nelle legislature successive, come testimonia ad esempio la mancata attenzione alle aree inquinate. Grandi opere come questa spesso servono a massimizzare il profitto ma hanno un ritorno scarsissimo: serve una valutazione multidisciplinare, non si può parlare solo dal punto di vista dei trasporti, bisogna considerarlo anche sotto il profilo ambientale, geologico, architettonico, dell’inquinamento, sono vari settori che si intersecano l’uno con l’altro, non si può farne prevalere solo uno. E vorrei anche ricordare ed esprimere la mia contrarietà anche su un altro caso che temo stia venendo dimenticato: la diga del Vanoi. I territori di due comuni verranno allagati, la popolazione che vive lì subirà gravi disagi, e nessuno ne parla, né dal centrodestra né dal centrosinistra, per tornare al discorso di similarità fra i due schieramenti che accennavo prima".

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