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Cronaca

Nuovo ospedale trentino, s'indaga sulla ditta aggiudicataria

In queste ora la guardia di finanza sta eseguendo le perquisizioni. La procura ipotizza i reati di turbativa d'asta, falso ideologico ed esercizio abusivo di attività finanziaria

Non c'è tregua per il Nuovo ospedale trentino (Not), il progetto che dal 2011 dovrebbe portare alla sostituzione dell'ospedale Santa Chiara di Trento e che da oltre 10 anni è oggetto di ricorsi a Tar e Consiglio di Stato. In queste ora la guardia di finanza di Trento, sotto direzione della procura distrettuale del capoluogo, sta eseguendo delle perquisizioni nella sede della società nominata “soggetto promotore del progetto” nella gara: il gruppo Guerrato.

Ad oggi sono due i soggetti indagati: l’amministratore pro-tempore della Guerrato, attuale aggiudicataria temporanea della gara (anche se in Cassazione pende un ricorso presentato dall'altra azienda rimasta in gara, la Pizzarotti) e l’attuale amministratore di una società di gestione del risparmio (Sgr) maltese attraverso la quale la Guerrato ha presentato la propria proposta.

La gara, bandita dalla Provincia di Trento per la progettazione, la costruzione e la gestione per 25 anni del maggior polo sanitario dell'intera regione Trentino-Alto Adige, aveva una base d'asta di circa 1,7 miliardi di euro. Oltre alle perquisizioni che hanno riguardato anche l'abitazione dell'amministratore pro-tempore, le fiamme gialle stanno acquisendo la documentazione relativa alla gara presso gli uffici provinciali.

La storia infinita dell'ospedale di Trento

Le indagini delle fiamme gialle e quella società con sede a Malta

La procura di Trento ipotizza i reati di turbativa d’asta e falso ideologico commesso da privato in atto pubblico, per avere utilizzato un mezzo fraudolento al fine di turbare la gara del Not, sottoscrivendo e presentando una falsa attestazione di finanziamento senza la quale la società sarebbe stata esclusa dalla gara. Viene inoltre contestato il reato di esercizio abusivo di attività finanziaria per la mancata autorizzazione della società maltese a concedere finanziamenti in Italia.

Le indagini ipotizzano la falsità della “proposta di finanziamento” (per un valore di circa 140 milioni di euro) presentata dalla società a corredo della propria offerta per l’affidamento dei lavori pubblici, attraverso una Sgr con sede a Malta.

La società maltese non sarebbe solo priva dei requisiti patrimoniali, ma non sarebbe nemmeno autorizzata a concedere finanziamenti: l'attività in Italia si sarebbe infatti limitata alla mera “gestione portafogli”. La ricostruzione degli investigatori del nucleo di polizia economico-finanziaria di Trento si basa sui riscontri eseguiti in territorio maltese attraverso un ordine di indagine europeo. Gli inquirenti trentini hanno analizzato i bilanci acquisiti all'estero della Sgr maltese e svolto indagini bancarie anche grazie al supporto della Banca d'Italia e della Commissione nazionale per le società e la Borsa (Consob).

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