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Not, a che punto siamo? La storia infinita dell'ospedale di Trento

La prima gara per sostituire il Santa Chiara con il nuovo ospedale Trentino risale al 2011. Dopo 10 anni il progetto è ancora ostaggio di ricorsi

Si chiama Not, acronimo di nuovo ospedale Trentino, e racconta una storia lunga 10 anni, fatta di ricorsi al Tar, gare annullate e rifatte. Doveva essere il fiore all'occhiello della sanità provinciale trentina, ma ad oggi ancora non esiste. Non solo: le battaglie legali non sono ancora finite.

Al momento sono due le associazioni temporanee di impresa rimaste in gara, facenti capo ai gruppi Guerrato e Pizzarotti. La prima è stata indicata dalla commissione valutatrice come aggiudicataria temporanea. Ma Pizzarotti ha presentato un ricorso che pende ancora in Cassazione.

"Il sistema ospedaliero trentino vede come perno della sua programmazione l’ospedale Santa Chiara di Trento, chiamato a operare nei casi di maggiore complessità per tutti i cittadini della Provincia - afferma il consigliere provinciale del Pd Luca Zeni che sul tema mercoledì 2 marzo ha presentato due interrogazioni per conoscere lo stato dell'arte del Not -. Da molti anni si è in attesa di sostituirlo, ma le vicende giudiziarie non sono ancora terminate e la procedura è ancora in corso. Pare che anche l'Apss abbia formulato rilievi sostanziali, tali da mettere in dubbio il rispetto del progetto rispetto al capitolato di gara".

La storia infinita del Not

Il primo atto relativo al nuovo polo ospedaliero risale al dicembre 2011. La Provincia indice una gara che prevede l'esecuzione e la gestione dell'opera mediante finanza di progetto. Si presentano quattro imprese (Impregilo, Mantovani, Pizzarotti e Le cooperativi Cmb). Al primo posto si piazza Impregilo, ma gli altri concorrenti fanno ricorso al Tar (ritengono la gara illegittima anche a causa dell’incompatibilità di due membri della commissione tecnica) e vincono.

Nell’ottobre 2014 il Consiglio di Stato conferma la sentenza emessa in primo grado dal Tar e dispone l’annullamento della delibera con cui era stata nominata la commissione. La gara va rifatta, dall’inizio. Nel 2016 la Pat decide di abbandonare la strada del project financing e a settembre indice un nuovo concorso di progettazione. Ma i quattro concorrenti del 2012 impugnano la determinazione di revoca del project financing che viene annullata nel 2017 dal Consiglio di Stato.

Così la Pat decide di rivolgersi direttamente al Consiglio di Stato per capire come procedere, il quale, nel febbraio 2018, precisa che “la gara, sempre nella forma della finanza di progetto, deve essere ripresa dalla fase di presentazione delle offerte” e che possono parteciparvi solo i concorrenti che nel 2011 avevano presentato un'offerta.

Alla nuova gara si presentano però solo due delle quattro imprese del 2011: il gruppo Pizzarotti e il gruppo Guerrato (lo stesso guidato a suo tempo dalla Costruzioni Mantovani). Dicembre 2019: vince Guerrato. Febbraio 2020: Pizzarotti presenta un nuovo ricorso al Tar, accolto nel giugno dello stesso anno perché le dichiarazioni finanziarie di Guerrato non sono conformi.

Ciononostante, la Giunta provinciale tira dritto: riconvoca la commissione tecnica e rivaluta l’offerta economica della Guerrato integrando la valutazione con nuove verifiche. E La Pizzarotti ricorre ancora al Tar. A ottobre 2020 i giudici del Tribunale amministrativo regionale le danno ragione e le affidano i lavori del Not. Nei documenti presentati dalla Guerrato i giudici riscontrano infatti un’incoerenza tra il piano economico finanziario e la dichiarazione di interesse sottoscritta da una società di gestione del risparmio con sede a Malta. Ma, neanche a dirlo, a novembre la Guerrato ricorre al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar.

Per il Consiglio di Stato la Guerrato è oggi il regolare aggiudicatario dell'opera, ma in Cassazione pende ancora un altro ricorso presentato da Pizzarotti.

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