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Domenica, 28 Aprile 2024
L'intervento / Val di Cembra

Superano i 200 all'ora in moto e pubblicano tutto sui social

Gli autori avevano subito cancellato il video, diventato virale, ma sono stati rintracciati

Il loro video era diventato virale in pochissimo tempo scatenando le proteste dei residenti e del presidente della provincia Maurizio Fugatti, e ora sono finiti nei guai. I carabinieri di Cavalese hanno infatti rintracciato e denunciato i motociclisti che, l’estate scorsa, si erano resi protagonisti di una folle corsa sulle strade della val di Cembra.

La vicenda

Guida sopra i 200 chilometri orari, sorpassi millimetrici, invasioni di corsia, addirittura un vero e proprio “blocco stradale” all’imbocco di una galleria per assicurarsi che non ci fossero forze dell’ordine all’uscita opposta. Sono alcune delle follie che un gruppo di motociclisti ha compiuto qualche mese fa, riprendendo il tutto con una GoPro per poi caricare online, lo scorso 26 giugno, il video di circa sedici minuti dal titolo eloquente: “Andiamo a fare i criminali in val di Cembra”. Sul caso si era espresso anche il presidente Fugatti, con un post sui suoi canali social: “In questi giorni gira sui social questo video su una folle corsa in moto a 230 all'ora sulle strade della Val di Cembra – sottolineava il numero uno di piazza Dante -.Ai centauri veneti e lombardi dico, ancora una volta, che le nostre strade non sono piste. Questi episodi mettono anche a rischio anche le altre persone che viaggiano in Trentino”. 

Il filmato era stato rimosso poche ore dopo dagli autori, ma nel frattempo era già diventato virale fino ad arrivare proprio ai carabinieri fiemmesi. I militari hanno infatti scaricato le immagini prima che venissero cancellate, e sono riusciti così, dopo attente indagini, non solo a identificare i responsabili, ma anche a individuare con precisione tutte le violazioni commesse dal gruppo. I quattro motociclisti dovranno quindi rispondere dell’accusa per il reato di gareggiamento che, sottolineano i carabinieri, può essere punito anche con un periodo di reclusione e una multa che varia dai cinquemila ai ventimila euro. 

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