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Maxi operazione / Novaledo

Assalti ai bancomat, colpito anche il Trentino: undici arrestati

Gli arrestati sono indagati per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati agli sportelli bancomat

Presi i sospettati per i furti e tentati furti perpetrati tra agosto del 2020 e maggio del 2021 in diverse zone del nord-est del Paese, anche in Trentino. Sabato 5 marzo i carabinieri del nucleo investigativo di Treviso hanno dato esecuzione a 11 misure cautelari emesse dal Gip di Treviso: otto le ordinanze di custodia cautelare in carcere, 3 gli obblighi di dimora. La banda sarebbe riuscita ad appropriarsi indebitamente di diverse decine di migliaia di euro. Nelle operazioni i militari dell'Arma si sono avvalsi anche dell'elicottero e delle unità cinofile per identificare i responsabili. 

Sono tutte persone di nazionalità italiana che gravitano intorno al mondo degli "spettacoli viaggianti". Gli arrestati sono indagati per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati agli sportelli bancomat, fatti esplodere con l'aiuto di ordigni artigianali, conosciuti come "marmotte" esplosive. Secondo quanto raccolto dagli inquirenti, pare che l'organizzazione potesse contare su una base logistico-operativa per pianificare le azioni predatorie e realizzare gli ordigni, oltre a un garage dove veniva custodita una berlina di grossa cilindrata utilizzata per i colpi. 

Le undici persone indagate, che hanno tra i 30 e i 60 anni e sono tutte pluripregiudicate per reati specifici, sono ritenute gravemente indiziate, in concorso tra loro e a vario titolo di 15, tra furti e tentati furti, ai danni di istituti i credito e uffici postali in provincia di Trento, Treviso, Venezia, Rovigo, Pordenone e Udine. Sono stati ricondotti a loro i colpi del 21 aprile 2021 ai bancomat di Novaledo e Castelnuovo. 

Ricollegati agli stessi anche i colpi perpetrati a Valdobbiadene, Zoppola, Muzzana del Turgnano, San Michele al Tagliamento, Porto Vino, Eraclea, Bibione, Pravisdomini, Quarto d'Altino, Semonzo di Borso del Grappa, Pieve di Soligo, Moriago della Battaglia. 

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, pare che l'associazione a delinquere fosse specializzata nel colpo agli sportelli bancomat e postamat con un modus operandi sempre uguale: veniva costruito l'ordigno con polvere pirica o materiale plastico ad alto potenziale con miccia detonante per far deflagare le casseforti, per poi impossessarsi del denaro contante che trovavano all'interno. Inoltre, dalle indagini pare che gli indagati si muovessero su auto di grossa cilindrata, per potersi spostare velocemente sul territorio. E che a bordo dell'auto ci fossero anche estintori e disturbatori di frequenze per rendere difficoltosi localizzazioni e inseguimenti da parte delle forze dell'ordine. 

Si tratta di reati che hanno fruttato somme comprese fra i 35mila e i 60mila euro in contanti.

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